Tracciamenti
Covid, in Sicilia ricoveri sotto la soglia critica: la zona gialla quasi inevitabile
A livello nazionale il dato, fornito dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, si attesta a 68,91
Peggiorano tutti i parametri Covid in Sicilia ma non solo. E' di 68,91 a livello nazionale, il numero di contagi settimanali da Sars-Cov-2 per 100.000 abitanti, relativi alla settimana 2-8 agosto, in crescita rispetto ai 63,65 registrati dal 26 luglio al primo agosto. Ma tre regioni superano quota 100: Sardegna (142,03), Toscana (119,73) e Sicilia (104,55). Lo rileva l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), in una nuova sezione del monitoraggio quotidiano, appena pubblicato online, dedicato a uno degli indicatori previsti nei nuovi parametri che determinano il passaggio in zona gialla delle regioni.
Resta invece al 5%, a livello nazionale, sempre secondo dati Agenas relativi al 9 agosto, il tasso di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid-19 nei reparti di area non critica degli ospedali. Ma sono 7 le regioni che vedono un aumento dell'1%: Abruzzo (arriva al 4%), Campania (al 7%), Emilia Romagna (al 5%) Lazio (al 7%), Molise (al 2%) Puglia (al 4%) e Sicilia, che arriva al 14% subito sotto la soglia del 15%, indicata come uno dei parametri per il cambio di colore delle regioni.
Secondo il decreto in vigore infatti il passaggio da zona bianca a zona gialla avviene quando scattano tre indicatori: 50 o più casi settimanali di nuovi contagi per 100mila abitanti, 10% per cento dei posti occupati in terapia intensiva, 15 % per cento dei posti occupati in area medica. La Sicilia oggi si triva con 306 positivi su 100mila abitanti, la soglia del 14% per i ricoverati area medica e del 7% per i ricoverati in Terapia Intensiva.
Il passaggio in zona gialla entro fine mese appare così quasi inevitabile, anche se l'assessore regionale alla Salute spera di evitarlo riattivando tutti i reparti Covid, dimettendo i pazienti che possono essere curati a casa e puntando sulle cure domiciliari. Per Razza è questa la strada per ritardare il passaggio di colore della Sicilia da bianca a gialla ed esclude un cambio cromatico a breve. «Innanzitutto sono almeno 12 le regioni che si avviano a saturare le soglie per la zona gialla entro agosto – ha dichiarato Razza in un’intervista a la Repubblica di Palermo -. Sicilia e Sardegna sono più a rischio perchè sono le maggiori mete turistiche. In questo periodo i paesi si stanno anche ripopolando degli emigrati che rientrano per le vacanze, cui si aggiunge il flusso turistico che vede la Sicilia tra mete più ricercate. Ma il governo regionale ha attuato misure di contenimento coerenti, come le ordinanze sull'obbligo di tampone dai paesi a rischio e il potenziamento dei punti di screening anche davanti a musei e parchi».
«La competenza su scali aeroportuali e portuali – ha sottolineato – non è della Regione ma dello dello Stato. Eppure questo governo regionale con grande sforzo ha messo in campo un servizio di tamponi gratuiti. Non esistono filtri al 100 per cento, ma già testare il 70 per cento dei viaggiatori è un risultato. Il potenziamento dei controlli è indispensabile al livello nazionale. Il sistema del green pass può essere uno strumento utile se è utilizzato in maniera equa su tutte le attività e se collegato al sistema dei controlli. Ora non è ancora chiaro chi debba controllare cosa. Come fa per esempio un privato a verificare l’identità di chi mostra la certificazione? Il governo nazionale deve puntare a rendere obbligatoria la vaccinazione nei servizi essenziali».
La Sicilia è ultima regione per vaccinazioni fra gli over 50 e prima per contagi, ricoveri e morti. «Per i decessi non abbiamo numeri superiori ad altre regioni. Il tasso di letalità è da sempre tra i più bassi d’Italia. I numeri assoluti più alti di questi giorni sembrano dovuti al fatto che abbiamo più positivi – ha afferma tol'assessore -. Purtroppo, nonostante la macchina organizzativa delle vaccinazioni sia efficace, c'è un’incomprensibile refrattarietà in alcune fasce, che incide sui parametri di ricoveri e decessi. L’impennata attuale è frutto, come nella prima ondata, soprattutto di contagi di importazione. I focolai più grandi sono stati rintracciati su siciliani di rientro dalle vacanze nella penisola iberica, a Malta o nel Regno unito. Con loro ha fatto ingresso la variante Delta responsabile dell’accelerazione. Ci sono stati anche tantissimi turisti positivi che abbiamo individuato e isolato nei Covid hotel».
«Stiamo puntando sulla vaccinazione di prossimità, coinvolgendo i medici di famiglia, vaccinando nei lidi e con i camper anche di notte – aggiunge -. Ma ci aspettavamo di più dalle iniziative sui luoghi di lavoro e nei servizi essenziali. Avevamo previsto con ordinanza regionale l’obbligo per questi lavoratori, ma il garante della privacy è intervenuto con un ammonimento».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA