Covid, in Italia scende l’Rt ma rischio epidemia resta alto in 20 Regioni

Di Redazione / 13 Novembre 2020

ROMA – Si intravede un primo segnale positivo nell’andamento dell’epidemia da Covid-19 in Italia: l’indice di trasmissibilità Rt – ovvero il numero di persone contagiate da un soggetto infetto – nell’ultima settimana è calato da 1,7 a 1,4, indice che le misure restrittive messe in atto stanno probabilmente iniziando a portare gli effetti auspicati. Tuttavia la situazione resta critica, si legge nel monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute ed il ministro Roberto Speranza avverte che la flessione di Rt «non basta», perchè l’epidemia si sta intensificando per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali.
Venti Regioni/PA, si sottolinea nel monitoraggio, sono infatti classificate a rischio alto e una a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese, «configurando di fatto su tutto il territorio nazionale un rischio elevato di epidemia».

E diventa sempre più critica la situazione degli ospedali: emergono, allerta il monitoraggio, «forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente, in un numero crescente di Regioni/PA, delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri. Ciò interessa l’intero territorio nazionale. 12 regioni all’11/11/2020 avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva. Nel caso si mantenga l’attuale trasmissibilità, quasi tutte le Regioni/PA hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese». Ed anche i dati giornalieri evidenziano che i casi continuano ad aumentare superando quota 40mila in un giorno. Un quadro che spinge ad ulteriori misure a partire dalle Regioni identificate a rischio più alto. Il calo dell’indice Rt, insomma, non è sufficiente, avverte il ministro Speranza: «La circolazione del virus è molto significativa nel nostro Paese ma oggi arriva una primissima notizia confortante perchè l’Rt scende da 1,7 a 1,4 ma questo non basta – ha spiegato – e abbiamo bisogno di portarlo nel più breve tempo possibile sotto l’1, perchè ciò significherà salvare più vite umane e ridurre i contagiati, alleviando il peso delle nostre strutture sanitarie». Per questo, Speranza bandisce le facili illusioni e sottolinea che «saranno mesi non facili ma la luce in fondo al tunnel si vede». Presto, infatti, «la scienza ci offrirà vaccini efficaci e sicuri, cure nuove, e nel giro di qualche mese saremo nelle condizioni di provare a programmare un’uscita da questa stagione così difficile, però – ha avvertito – sono mesi di resistenza».

Quindi un appello: «Ciascuno deve fare fino in fondo la propria parte e deve essere un impegno di tutti quello di rispettare le regole e la distanza e provare a ridurre il più possibile il numero di relazioni sociali. Solo così potremo uscire da questa stagione così difficile». Sulla stessa linea il direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza che, in riferimento ai dati del monitoraggio settimanale, rileva come il calo di Rt sia solo un «primo segnale che potrebbe costituire un segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione», però, purtroppo, il virus “circola in tutto il paese”. Si verifica, ha rilevato, «un preoccupante aumento sia dei ricoveri ospedalieri sia dei ricoveri in terapia intensiva, questo chiaramente giustifica ulteriori misure restrittive che devono essere prese soprattutto nelle regioni che sono a rischio più elevato e naturalmente induce la popolazione a comportamenti prudenti» . Quanto ai dai giornalieri, sono 40.902 i contagiati dal coronavirus individuati nelle ultime 24 ore a fronte di un record di tamponi pari a 254.908, circa ventimila più di ieri. Il totale dei contagiati sale così a 1.107.303. Il rapporto tra positivi e test resta costante al 16% e resta alto il numero delle vittime, pari a 550 (il totale è 44.139). Critica anche la situazione negli ospedali: con l’aumento di 1.041 unità nelle ultime 24 ore, sono ora 30.914 i ricoverati con sintomi in reparti ordinari, mentre aumentano di 60 unità in un giorno i pazienti in terapia intensiva per un totale di 3.230. E’ l’aumento giornaliero di pazienti in rianimazione più basso da alcune settimane. In isolamento domiciliare ci sono invece ora 629.782 persone, con un incremento di 27.771 unità nelle ultime 24 ore. 

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