PALERMO – «Il Covid-19 non si combatte soltanto con i posti letto di degenza e di terapia intensiva. Per contrastare il virus e le sue varianti, o futuri agenti patogeni, è indispensabile una seria e razionale logica politica di potenziamento della rete dei laboratori di diagnostica microbiologiche e virologica in Sicilia». Lo dice il professore Antonello Giarratano, direttore della terapia intensiva e rianimazione del Policlinico di Palermo e componente del Comitato tecnico scientifico regionale sull’emergenza Covid in Sicilia.
«Parallelamente alla spesa per grossi quantitativi di tamponi rapidi – aggiunge il professore Cristoforo Pomara, direttore della medicina legale del Policlinico di Catania e componente anche lui del Cts – non è soltanto logico, ma è anche previsto dalla buona pratica clinica e dalle linee guida ministeriali, puntare al rafforzamento della rete delle microbiologie nella nostra regione senza le quali il contrasto al coronavirus e a qualsiasi agente patogeno si combatterebbe con armi spuntate. Personale e soprattutto tecnologie, come estrattori automatici di dna e rna – spiega Pomara – che permettono di velocizzare e quintuplicare capacità di effettuare tamponi molecolari in pcr».
«I Dipartimenti regionali dovrebbero considerare sulla base di quanto accaduto e da come ci si è trovati poco preparati nella prima fase autunnale e dare assoluta priorità a queste politiche di spesa logiche e scientifiche – aggiunge Pomara -. Le diverse esperienze italiane e quella siciliana con esse hanno dimostrato come il valore delle campagne di tamponi per screening di massa – sottolinea – diventi irrilevante nel contrasto al virus se queste non contemplino programmazione di screening scientificamente appropriata e abbinate nei setting previsti ai tamponi molecolari Pcr che sono il “gold standard” e al tracciamento. Ormai il ministero, con la circolare dell’8 gennaio ha fatto ulteriore chiarezza sul corretto utilizzo dei tamponi rapidi, concetto sul quale peraltro il Cts siciliano si era già espresso a maggio 2020».
Diventa, dunque, necessario e non più differibile, secondo gli esperti, potenziare la politica di screening e tracciamento con i tamponi rapidi eseguiti secondo protocollo abbinata alle conferme e lo studio delle varianti, da parte di professionisti accreditati che da sempre si occupano di microbiologie e laboratori di genetica.
«Solo così – conclude il professore Pomara – potremo mettere in sicurezza scuole , ospedali e Rsa e sperare di evitare o controllare una nuova ondata e la diffusione delle temute varianti e in un futuro di diversi altri agenti patogeni».