All’aperto si può. Lo sport esulta, dopo l’ok alla presenza di pubblico all’Olimpico per le quattro partite dell’Europeo, sono gli amatori e i tifosi a poter intravedere un ritorno alla normalità. Il cronoprogramma emerge via via dopo l’annuncio di Draghi che il 26 aprile si torna alle zone gialle, ed è una scelta a sorpresa: si torna a giocare a calcetto da fine mese, si riaprono (per pochi) gli stadi e i palazzetti dall’inizio di maggio, piscine e palestre hanno la loro data a cavallo tra maggio e l’inizio di giugno.
La scelta di prediligere, per la ripartenza delle attività sociali, tutto ciò che si fa all’aperto è definita nella cabina di regia del Governo e annunciata in conferenza stampa dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal ministro della salute, Roberto Speranza. «Aperture graduali e caute», dirà poi Locatelli.
Ma anche dal Cts c’è l’ok alla percentuale di pubblico a seguire i campionati di interesse nazionale di Coni e Paralimpici. Il dipartimento Sport si metterà subito al lavoro per portare nel cdm atteso per metà della prossima settimana il provvedimento che riguarda il settore. Le linee sono chiare: dal 26 aprile si può tornare a fare qualsiasi tipo di sport all’aperto, anche quelli di contatto, dal calcetto alla partita di basket o di beach volley, purché ovviamente in zona gialla. Dal 1/o maggio – e questa è la vera scelta a sorpresa – si riaprono le porte degli stadi. Come per gli spettacoli, ci sono delle percentuali massima da definire: l’ipotesi è 25% della capienza, con un massimo di 500 persone in palazzetti e 1.000 negli stadi. L’apertura vale solo per gli sport agonistici, riconosciuti di interesse nazionale da Coni e Cip. In ogni caso, i dettagli e i parametri saranno messi a punto nei prossimi giorni: distanziamento, mascherine, controlli della temperatura all’ingresso sono tra i vincoli per le società sportive e gli spettatori.
Diverso il discorso per palestre e piscine, che da tempo premono per una riapertura e speravano in un anticipo. Il cronoprogramma del Governo qui invece prevede per metà maggio l’ok alle piscine all’aperto, per il 1/o giugno per «alcune attività delle palestre al chiuso». Da definire ulteriormente anche qui i protocolli sanitari, che dovrebbero ricalcare quelli già usati nella scorsa estate: ad esempio i 7 metri d’acqua a persona, il divieto di doccia nelle palestre. «Eravamo pronti a ripartire per i primi di maggio – dice il presidente dell’Associazione nazionale impianti sport & fitness (Anif), Giampaolo Duregon – dopo oltre un anno di chiusura. Questa è un po’ una doccia fredda, anche se almeno c’è una data certa, ma l’1 giugno è molto, molto lontano, Un altro mese è mezzo fermi si traduce in un altro enorme danno». Resta – magra o meno che sia – la consolazione di poter andare a giocare una partita con gli amici, all’aperto.