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Covid, Cacopardo: «Virus potrebbe essere più aggressivo, ma ora curva in discesa»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – Il caso del giovane Samuel Garozzo, deceduto al Policlinico dove era stato sottoposto ad Ecmo (la ventilazione extracorporea) ha suscitato dolore e stupore in città. Il giovane figlio di un cancelliere del Tribunale, non aveva patologie. Eppure il virus si è accanito su di lui portando i suoi polmoni in uno stato non più sostenibile. E quando i rianimatori del Garibaldi hanno preso coscienza che il giovane stava morendo hanno tentato il tutto per tutto trasferendolo al Policlinico unico centro in cui si effettua la Ecmo. Sempre l’altro ieri si è avuta la notizia di una bambina di 5 anni tirata per i capelli nella rianimazione pediatrica del Garibaldi e riportata nel reparto di Pediatria Covid del San Marco. E poi c’è il caso del 44enne atleta e impiegato della St in rianimazione sempre al Garibaldi, intubato e molto grave , per il quale è stato lanciato l’sos per la raccolta di plasma iperimmune. Inoltre nei reparti ci sono giovani con polmoniti, trattati col casco Cpap, e con un quadro severo.

La domanda che sorge spontanea è perché? Ci sono delle motivazioni che possano spiegare questa recrudescenza di pazienti giovani? In passato qualche caso di decesso tra giovani si era registrato in Italia, ma da noi nessun ragazzo sono i 45 anni era mai morto di Covid. Abbiamo quindi interpellato il professore Bruno Cacopardo, titolare di cattedra all’università e primario di malattie infettive del Garibaldi. La sua risposta è per certi versi preoccupante e lancia un allarme serio ai giovani per invitarli a comportamenti corretti, cosa che peraltro il professore sostiene come una cantilena da mesi e mesi.

«Guardi – spiega in uno scambio telefonico -, il virus sta circolando tra i giovani ed è patogeno anche tra loro, inducendo una malattia spesso a coinvolgimento polmonare. Esattamente come nell’anziano. Lì cambia la frequenza di complicanze, ma nel giovane la evoluzione verso l’insufficienza respiratoria non è esclusa. Tutt’altro. Inoltre non è possibile escludere due cose: a) che il virus abbia subito una mutazione che ne abbia reso più virulenti gli effetti. b) che esistano una serie di fattori predisponenti indipendenti dalla età (polimorfismi genetici, aplotipi. etc…) che condizionano anche nel giovane una condizione clinica sfavorevole».

Ma voi nei reparti avete giovani in condizioni gravi?

«Abbiamo qualche quarantenne con malattia severa».

Questa variante più aggressiva potrebbe inficiare i vaccini?

«Non è detto che la mutazione in senso di virulentazione alteri la risposta vaccinale».

Lei sta effettuando una ricerca con alcuni colleghi della facoltà di Fisica sull’andamento della curva epidemica. Lo studio fa ben sperare?

«La curva documenta che siamo al picco e ora i casi dovrebbero iniziare a scendere».

Ma non teme che con queste notizie ci sarà la tendenza a riaprire per Natale?

«Speriamo che non facciano questa fesseria…».

Per completezza di informazione alla rianimazione del Garibaldi dove è ricoverato il ricercatore della St di 44 anni, e atleta conosciuto, è stata lanciata una campagna di raccolta del plasma. Si è frattanto avuta notizia che i donatori sono stati trovati e si sono sottoposti al prelievo del sangue i cui campioni adesso saranno inviati al Policlinico di Pavia per la certificazione occorrente. Sul fronte degli ospedali anche l’altro ieri per l’ennesimo giorno i pronto soccorso hanno registrato un ulteriore leggero calo dei pazienti Covid trasportati in ospedale dal 118. E’ la conferma evidente che la curva sta calando e che gli ospedale cominciano seppure a malapena a respirare, con meno emergenze e con i reparti che pian piano si svuotato di malati per dare il posto ai nuovi positivi che arrivano con compromissioni polmonari. Al Cannizzaro pian piano si sta riempendo anche il nuovo reparto di Pneumologia del primario Utir Sandro Distefano che ha cominciato la terapia a base di ventilazione assistita, ossigeno e ozono terapia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA