«Gli ospedali sono al collasso. Non ce la facciamo più». Dall’altro capo del telefono c’è Carmelo Iacobello, il direttore dell’unità di Malattie infettive del Cannizzaro. Ha appena fatto la conta dei nuovi malati che dovrebbe ricoverare, ma non ha posti e sta cercando di organizzare il suo reparto aumentando le dimissioni. La stessa situazione la vivono gli altri primari Covid del Cannizzaro, che ieri mattina avevano anche esaurito al pronto soccorso le postazioni di ossigeno, tanti erano i malati bisognosi di cure per insufficienza respiratoria.
La vera immagine della Omicron, variante meno aggressiva, ma altamente più diffusiva della Delta, si è materializzata negli ospedali dove non ci sono più letti che bastano per i tanti malati Covid, per l’80% composto da non vaccinati. E non sarebbe potuto essere diversamente visto che ancora oggi in tutta la provincia ci sono in circolazione non meno di 120mila non vaccinati. Era chiaro che con una nuova variante più diffusiva per ogni non vaccinato uscire sarebbe stato come giocare alla roulette russa. Per fortuna la stragrande maggioranza di loro se la cava con pochi sintomi. Ma una percentuale finisce in ospedale. Sarebbe utile che i tanti no vax che ancora gridano al complotto facessero un bel tour negli ospedali per capire quanti di loro sono ormai appesi a un filo in tutte le rianimazioni della città e della provincia che assiste persone relativamente giovani, 40, 50 anni.
E Iacobello non vede una fine… «In effetti – dice in una pausa – non so quando questa situazione comincerà a migliorare. Ancora sono troppi i non vaccinati. E negli alti numeri dei contagiati c’è sempre una minima parte che finisce in ospedale».
Il direttore delle Malattie infettive torna poi a parlare dei vaccini. «Hanno consentito di evitare una strage. Questo è indubbio, ma devo dire che non si sono rivelati totalmente efficaci e, infatti, nonostante in Italia ci siano più del 90% di vaccinati, l’immunità di gregge non è stata mai raggiunta».
In Francia è stata isolata una variante della Omicron. Cosa significa, dobbiamo preoccuparci?
«Di solito una variante che origina da una precedente meno aggressiva dovrebbe tendere a essere ancora meno aggressiva della precedente, ma questo virus purtroppo finora non finisce di sorprenderci…».
A lanciare l’allarme anche Sandro Distefano, primario della Pneumoligia Covid. «Non ci sono letti che bastano e inviterei le autorità a pensare attentamente cosa fare per la riapertura delle scuole, prevista lunedì prossimo, che potrebbe essere il colpo di grazia per una situazione ormai non gestibile che vede diminuire per contagi anche i medici e gli infermieri». Quanto ai nuovi malati Distefano ha spiegato che attualmente nel suo reparto «ho soltanto malati non vaccinati e solo alcuni immunizzati con prima o due dosi, ma da oltre sei mesi».
Segnali disastrosi arrivano anche dagli altri ospedali. Al Garibaldi martedì, in piena emergenza, è stato deciso di ampliare i posti letto, sottratti ovviamente dal numero di letti per i malati ordinari, ma nel volgere della giornata questi sono andati tutti esauriti. «Ieri – ha commentato un medico di Ps – se nel nostro reparto fosse arrivato un altro paziente non avremmo saputo dove metterlo».
Ma andiamo ai numeri del bollettino. Ieri al pronto soccorso del Cannizzaro c’erano 12 pazienti Covid in attesa di ricovero. I sessanta posti letto dei reparti sono tutti pieni. Al Garibaldi, dove lunedì sono stati aumentati i letti di 10 postazioni, i malati ordinari sono 61, mentre i degenti in rianimazione sono saliti a 15.
Al San Marco, dove un mese fa è stato aperto il nuovo pronto soccorso che ha reso necessario ridurre i letti a disposizione per il Covid, i pazienti sono complessivamente 72: 34 in Malattie infettive, 17 in ostetricia – si tratta di donne in gravidanza nella stragrande maggioranza non vaccinate – 4 in pediatria, 7 in rianimazione e 10 al Mcau. Tra martedì e mercoledì si sono registrati tre decessi, mentre i ricoverii sono stati 15 a fronte di 8 dimissioni.
Oggi, in definitiva, un po’ tutte le autorità si definiscono spiazzate da questa nuova recrudescenza. Eppure i medici da tempo avevano lanciato l’allarme. Vuol dire che il passato non ci ha insegnato niente…