Scuole chiuse, asporto vietato per bar e ristoranti, sport solo in determinate fasce orarie e saracinesche abbassate per barbieri e parrucchieri, che dovranno restare chiusi a partire dal 20 gennaio.
Sono alcune delle norme inserite nella nuova ordinanza firmata dal sindaco di Messina, Cateno De Luca, e presentata durante una diretta Facebook. Il provvedimento, in vigore dal 18 al 28 gennaio, introduce misure più restrittive rispetto a quelle previste nell’ultima ordinanza del governatore siciliano, Nello Musumeci, che istituisce la zona rossa nell’Isola.
«Pernacchie per Musumeci e per la sua zona rossa farlocca – aveva detto oggi il primo cittadino dimissionario nel suo ennesimo video show sui social -. A Messina, per far rientrare il danno causato dal manager dell’Asp uomo di fiducia di Razza e Musumeci, dobbiamo chiudere tutto per almeno una settimana per cercare di rientrare nei parametri medi nazionali di diffusione del Covid».
«A Messina – ha siegato il primo cittadino – nei primi 15 giorni di gennaio ci sono stati 70 deceduti, e nell’ultimo mese si sono registrati 14 mila positivi. Si tratta di un bollettino di guerra. Bisogna adottare misure più rigorose rispetto all’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci e quindi nella mia che entra in vigore da lunedì ho previsto maggiori chiusure».
Tra le novità introdotte da De Luca c’è la possibilità di recarsi in casa dei parenti stretti, ma solo nei casi strettamente necessari a fornire assistenza.
«Non ho compreso il divieto introdotto da Musumeci di andare dalla mamma – ha detto -. In base alla mia ordinanza, invece, sono sempre consentiti gli spostamenti originati da ragioni di necessità, quindi se ho un genitore anziano che non è in condizione di cucinarsi da solo o di farsi una puntura, io vado e gliela faccio».
Chiuse anche le scuole, comprese quelle dell’infanzia, gli asili nido, la scuola elementare e il primo anno delle medie. «Rimarranno chiuse – ha detto De Luca – anche perché non trovo motivazioni nel riaprirle in un quadro epidemiologico così grave e tragico, con il tracciamento che non è mai partito. Non mi sento di autorizzare l’apertura delle scuole in una città in cui situazione è sfuggita di mano. L’1 febbraio se le condizioni epidemiologiche lo consentiranno le riapriremo».
Insomma, Messina si ferma dal 18 al 28 di gennaio. «Sono 10 giorni di sacrifici e se tengo scuole chiuse devo farlo con tutto quello che non è vitale, altrimenti sarebbe un paradosso», ribadisce De Luca.
Ecco perché anche barbieri e parrucchieri saranno costretti ad abbassare la saracinesca, ma a partire dal 20 gennaio. «A decorrere da mercoledì 20 gennaio è disposta la sospensione delle attività inerenti i servizi alla persona, a eccezione delle pompe funebri», scandisce De Luca, spiegando che anche l’attività motoria sportiva individuale sarà consentita, con distanziamento, dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 20.
Chiuse ville, giardini e impianti sportivi comunali così come il cimitero. Altra novità, rispetto all’ordinanza firmata dal governatore, riguarda i servizi di ristorazione. “E’ consentita solo la vendita a domicilio sino alle 24, sospeso, invece, l’asporto che è stato un altro escamotage per ritrovarci nei bar”, ha concluso il sindaco. A partire da mercoledì 20 gennaio sospesa anche l’attività inerente gli interventi di edilizia privata.