La variante Omicron ha avuto per gli italiani un peso molto elevato anche dal punto di vista economico. Lo dicono le cifre spese in farmacia per i test antigenici, le mascherine, saturimetri e tutti gli altri prodotti del cosiddetto paniere anti-Covid. Nelle prime quattro settimane di gennaio 2022 solo per fare i tamponi rapidi dal farmacista sono stati sborsati dagli italiani ben 58 milioni di euro. Una cifra esorbitante, specie se paragonata all’intero 2021, quando per i test veloci erano stati spesi 140 milioni di euro, di cui la maggior parte nell’ultima parte dell’anno. Altri 143 milioni sono stati spesi l’anno scorso in farmacia per l'acquisto di mascherine. Il paniere dei prodotti anti-Covid, dai saturimetri ai probiotici, agli immunostimolanti, vitamine, calmanti e prodotti per tosse e raffreddore, ha portato alle farmacie 2,3 miliardi nel 2021.
Queste cifre, elaborate dal provider globale di dati in ambito sanitario e farmaceutico Iqvia, mostrano che il forte aumento della spesa in farmacia è andato di pari passo sia con la quarta ondata del virus, sia con l’entrata in vigore del certificato verde: nel mese di gennaio 2021 sono stati venduti in farmacia 148 mila tamponi antigenici, a settembre sono diventati 586 mila, per un totale di 17,7 milioni di euro. Con l'introduzione del Green Pass a ottobre il numero è salito a 844 mila, a novembre i tamponi somministrati in farmacia sono aumentati ulteriormente a un milione e 58 mila, per un valore di quasi 30 milioni di euro. Nell’ultima settimana del 2021 è stato registrato un aumento del 15,8% rispetto alla settimana precedente. Il fatturato delle farmacie in mascherine è pure aumentato per via dell’introduzione dell’obbligo delle Ffp2 sui mezzi di trasporto nelle ultime due settimane dell’anno passato. Per quanto riguarda gli igienizzanti per le mani, l’andamento è stato stabile, con un aumento nelle ultime settimane. Iqvia rileva «l'effetto Omicron» e annuncia che si prospetta un forte aumento dei numeri fatturati dalle farmacie italiane nell’arco del 2021. Infatti, a valori l’incremento rispetto all’anno precedente è di circa il 3,5%, arrivando a ricavi per 24,56 miliardi di euro.
«In questo rapporto di collaborazione tra istituzioni e privato, come ha più volte sottolineato il presidente del Consiglio Mario Draghi, sono emersi risultati positivi: le farmacie hanno potuto dare un’opportunità in più di lavoro a tanti farmacisti, come a tanti infermieri impegnati per processare i tamponi. Questo è un esempio della farmacia dei servizi, che ha tutte le prerogative per diventare un hub di prima istanza al servizio del cittadino», ha commentato il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia. «L'introduzione di misure più severe per contenere l’emergenza Covid ha imposto l’esecuzione di più tamponi generando un grande aumento di traffico nell’ultimo trimestre del 2021 in farmacia», ha osservato Sergio Liberatore, amministratore delegato di Iqvia Italia, «la distribuzione e somministrazione di tamponi antigenici da parte dei farmacisti ha contraddistinto la loro attività negli ultimi tempi. Alcune farmacie, particolarmente quelle più grandi, sono state in grado di organizzare il servizio dedicato ai test in spazi esterni o attraverso ingressi separati, altri a farmacia chiusa. Questo ha mostrato il grande senso di servizio dei farmacisti in questo momento complesso».