«Secondo il Global burden of disease (Gbd), programma internazionale che valuta l’impatto delle principali malattie a livello di mortalità e disabilità, in Italia un picco di contagi, ricoveri e morti si è verificato tra gennaio e febbraio di quest’anno, seguito da un calo e un picco di ripresa. Una discesa più significativa dovrebbe cominciare a metà aprile, per poi proseguire fino a luglio, anche grazie alla bella stagione». Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri.
«Le previsioni del Gbd, messe a punto però prima dell’avvento di Omicron BA.2, indicano zero casi di Covid in Italia tra giugno e agosto. Una prospettiva importante, anche se abbiamo imparato che questo virus ci può riservare molte sorprese», dice Remuzzi sottolineando che tra i motivi di preoccupazione, in primo luogo quello che sta accadendo a Hong Kong: «Un’ondata pesantissima, che dimostra in modo inequivocabile come Omicron non sia poco pericolosa in una popolazione, soprattutto anziana, poco vaccinata. Solo il ciclo completo con tre dosi ci può proteggere da questa e altre varianti. In Italia abbiamo un milione e 20 mila over 70 che non hanno completato il ciclo vaccinale: un grosso serbatoio di circolazione per il virus».
Inoltre, la preoccupazione deriva dalla nuova variante Xe: "Ci deve preoccupare? Sì, perché si tratta di una variante ricombinante, ovvero che ha unito in sé parti di Omicron BA.1 e di Omicron BA.2. Al contrario di altri ceppi ricombinanti, come Xd e Xf (mix tra Delta e Omicron), che non hanno grande diffusione, Xe sta prendendo piede in Inghilterra (dove l'attività di sequenziamento è molto intensa) e ci aspettiamo che possa essere già presente anche in Italia».
La variante Xe di Sars-CoV-2, ricombinante di Omicron 1 e Omicron 2, "non sembra più aggressiva, più mortale e più patogenetica. Il ciclo completo vaccinale (con booster) funziona nel prevenire forme gravi. E’ invece sicuramente più contagiosa (+10%). Quindi si diffonderà più velocemente e più rapidamente e potrebbe prendere il sopravvento sulle altre. Dovremo abituarci: finché c'è virus c'è variante". Lo sottolinea Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.