Il presidente della Regione Nello Musumeci ha aperto, siapure con prudenza, all’ipotesi di consentire il rientro dei siciliani al Nord che hanno espresso il desiderio di tornare in famiglia.
«Adesso – ha detto il presidente della Regione – allarghiamo un po’ e possono tornare anche coloro che si possono ricongiungere alle proprie famiglie: per farlo, è necessaria la verifica al momento dello sbarco e la quarantena. Nessuno deve pensare che la partita sia chiusa, che la fase 2 sia tutti liberi”».
«Abbiamo ricevuto – ha aggiunto – centinaia e centinaia di richieste dai ragazzi soprattutto che vogliono tornare in Sicilia: io sono padre e nonno, capisco benissimo le mozioni d’affetto, ma è difficile fare questo lavoro con un punto d’equilibrio, per coniugare le esigenze affettive da una parte e dall’altra le esigenze di cautela. Vogliamo evitare che si torni in Sicilia senza sapere di essere portatori del virus, come successo a centinaia di asintomatici rientrati a marzo».
Una apertura che è stata ben accolta anche dagli esponenti dell’opposizione.
«Ricevo molte telefonate da persone che vorrebbero rientrare in Sicilia – ha detto ad esempio Santi Cappellani (Pd) – per ricongiungersi ai loro parenti, sono soprattutto studenti e professori fuori sede che non hanno più motivo – al momento – di stare lontani dai propri affetti e dalle loro case. Capisco e condivido la necessità di prudenza e certo occorre tener conto della difficoltà di monitorare la quarantena dei rientrati. Per questo propongo di riprendere – e allargare – la misura della quarantena obbligatoria della durata di quindici giorni in strutture ricettive turistiche, per coloro che volessero rientrare senza il cosiddetto “stato di necessità”. Si avrebbero – ha aggiunto Santi Cappellani – tre vantaggi, il primo aiutare i nostri concittadini a riunirsi alla loro famiglia, il secondo una boccata di ossigeno per i proprietari di alberghi, b&b, case-vacanze, e il terzo – forse il primo per importanza – la possibilità di monitorare efficacemente tramite i ceck-in/check-out il rispetto delle norme di contenimento antivirus ed evitare la cosiddetta “quarantena familiare”, obiettivamente impossibile da controllare. Invito il Ministero dei Trasporti a trovare una soluzione affinché questo tipo di prenotazioni presso strutture abilitate valgano come pass per l’emissione di titoli di viaggi ferroviari o aerei. Invito altresì il governo regionale a rivedere urgentemente le incongruenti misure restrittive adottate e i capitoli di spesa nel senso proposto da me e da tanti siciliani.».
Di «ottima notizia» Carmelo Miceli, parlamentare siciliano e componente della segreteria nazionale del Partito democratico. «Adesso – ha aggiunto – il presidente Musumeci chieda immediatamente alle società di trasporti di aumentare aerei, treni, traghetti e bus per l’isola e attivi una campagna di comunicazione sulle regole che i rientranti dovranno seguire per proteggere i loro familiari e concittadini isolani».
«Leggo con piacere – ha detto il capogruppo Pd all’Ars, Giuseppe Lupo – che Musumeci si è reso conto che i siciliani che si trovano oltre lo Stretto hanno il diritto di tornare a casa, certamente garantendo la salute di tutti. Adesso la Regione dia disposizioni chiare e si attrezzi per effettuare i tamponi necessari che ieri sono stati appena 1603».