ROMA – Un’oasi in un mare di serrande chiuse. Un piccolo passo verso un ritorno lento e cauto alla libertà nel pieno del lockdown. Sono entusiasti i librai ai quali è affidato, assieme ai cartolai e ai negozi di abbigliamento per bambini, il compito di dare un piccolo segnale di normalità nelle città chiuse: secondo la bozza del nuovo dpcm dovrebbero riaprire da martedì. Loro i librai sono però anche preoccupati di organizzare gli spazi salvaguardando la salute dei clienti e rispettando tutte le prescrizioni. “La libreria adesso è come una barca ferma, ci stiamo preparando alla navigazione e non vedo l’ora di ripartire» dice Fabio Masi titolare di una libreria di Camogli, in Liguria, e di una stagionale a Ventotene che si augura di poter riaprire a giugno. “Prenderemo tutte le precauzioni – assicura – penso sia importante intrattenere il proprio tempo leggendo un buon libro soprattutto ora».
Anche nella Capitale i librai assicurano che verranno rispettate tutte le misure previste per garantire la sicurezza propria e dei clienti. «Sicuramente farò una sanificazione dei locali, ci saranno ingressi contingentati dei clienti e utilizzerò guanti e mascherine – spiega Daniela Girfatti, titolare della libreria ‘Read Red Road’, in zona piazza Bologna – cercherò di adattare il locale alla nuova situazione sistemando i libri in modo diverso per rendere l’acquisto più veloce e più autonomo».
Per le grandi catene sarà più semplice organizzare in sicurezza gli spazi ma per le librerie di quartiere, generalmente piccole, la gestione dei clienti è più complessa. “La mia libreria viveva molto di relazioni interpersonali – aggiunge Daniela -. Immaginarla come era prima, in questo momento, non è realistico. Sarà tutto diverso.
Per questo continuerò a incrementare la vendita a domicilio e ad affidarmi ai social per gli spazi di socialità e di interazione, in attesa che tutto possa tornare alla normalità». E anche la proprietaria di un’altra libreria di quartiere dalla Capitale non nasconde qualche preoccupazione. «La nostra libreria è sempre stata un luogo di incontro e di integrazione – racconta – proprio per questo nell’ultimo mese abbiamo cercato di mantenere i rapporti con nostri clienti attraverso i social. Abbiamo proposto attività alternative e incrementato la vendita a domicilio. Il libro non è un bene essenziale per tutti, ma per fortuna c’è chi ama trascorrere il proprio tempo leggendo un buon testo e si affida ai consigli del proprio libraio di fiducia per acquistare quello che fa al caso suo. Sicuramente ora riapriremo sotto un’altra veste – continua -. Sarà possibile solo acquistare libri, ma non potranno esserci gruppi di lettura e attività con i bambini. Vediamo come andranno le cose e soprattutto se riusciremo a superare questo periodo mantenendo la serranda alzata. La sfida è economica certo, far riapre le librerie è anche regalare un angolo di libertà a chi per necessità è recluso» conclude.