Si è svolto a Siracusa il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto Giusi Scaduto, al quale hanno preso parte anche l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, e il sindaco, Francesco Italia. L’incontro è stata l’occasione – come spiega l’assessorato alla salute – per affrontare le criticità emerse nel corso della prima fase dell’emergenza coronavirus, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca e della nota diffusa alla stampa da parte delle organizzazioni sindacali.
L’assessore regionale alla Salute ha preso atto della richiesta di un maggior coinvolgimento di tutte le amministrazioni locali e ne ha condivido lo spirito. Sul fronte assistenziale, come già disposto per situazioni analoghe, si è impegnato a sostenere l’Asp e l’ospedale cittadino con ulteriori professionalità, anche per garantire il massimo del supporto a tutti gli operatori e l’adeguata sicurezza delle prestazioni lavorative. Nella giornata di domani sarà costituto dall’assessorato regionale un Covid team per valutare i percorsi seguiti per i pazienti positivi e per riportare la necessaria serenità tra gli operatori.
Una ispezione per valutare la funzionalità delle procedure messe in campo e intervengano dove e se esse risultano deboli o inefficaci era stata chiesta all’assessorato regionale alla Salute dagli esponenti del Pd, Fausto Raciti, Marika Cirone, Bruno Marziano, Sofia Amoddio.
«Giungono da più parti informazioni di privati cittadini circa lo stato di disorganizzazione del servizio sanitario di Siracusa e soprattutto del servizio ospedaliero presso l’Umberto I di Siracusa, che segnalano incertezze e superficialità nella gestione dell’emergenza – scrivono gli esponenti Pd -. Sembra emergere un limite nel servizio di pre-triage e nel successivo passaggio al ricovero ospedaliero, con una evidente deficienza nella organizzazione del servizio di pronto soccorso. Le notizie di infezioni tra medici e personale paramedico sembrano confermare questo stato di cose». Raciti, Amoddio, Di Marco e Marziano evidenziano che «i protocolli organizzativi sono poco efficaci e la pratica di affidarsi a ordini di servizio per la gestione dell’emergenza inefficiente. Il cittadino deve essere messo in condizione di avere fiducia nel servizio sanitario pubblico, il personale ospedaliero deve essere messo in condizione di lavorare in sicurezza».