ROMA – I numeri parlano chiaro. Da quattro giorni in Italia i nuovi casi diagnosticati sono in aumento e sono quasi triplicati rispetto a lunedì: da 159 a 402, mentre le vittime nelle ultime 24 ore sono 6, quattro meno di mercoledì. In crescita anche gli attuali malati (48 in più rispetto a ieri) e per la prima volta dopo giorni le terapie intensive, 42 pazienti, uno in più rispetto a mercoledì.
Ma sono i dati del monitoraggio settimanale a preoccupare di più: i numeri della settimana dal 27 luglio al 2 agosto dicono che 12 regioni hanno un Rt superiore all’1 e lo stesso indice di contagio è all’1.01 a livello nazionale.
Questa la rielaborazione del ministero della Salute che ha rettificato il dato precedentemente comunicato di 11 Regioni con Rt sopra 1. In particolare l’indice Rt più alto risulta in Sicilia (1.62), seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano (1.43), e da Provincia autonoma di Trento e Veneto, entrambe con 1.28, Campania (1.25), Toscana (1.2), Liguria (1.16), Marche (1.13), Puglia (1.1), Lazio (1.08), Lombardia (1.04), Emilia Romagna (1.01). Tre le Regioni con indice Rt 0: Basilicata, Calabria e Molise.
C’è insomma una «tendenza in aumento» soprattutto per quanto riguarda «le persone asintomatiche» . Non solo: in tutta Italia ci sono focolai «anche di dimensioni rilevanti», ripetono gli scienziati, «che non possono essere attribuiti unicamente ad un aumento di casi importati» e che evidenziano «come ancora l’epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa». Per questo bisogna mantenere alta l’attenzione, rafforzare il contact tracing e la consapevolezza dei cittadini, soprattutto nel rispetto della quarantena. «In caso contrario – avverte il ministero della Salute – nelle prossime settimane, potremmo assistere ad un aumento rilevante nel numero di casi a livello nazionale».
Che non sia il caso di prendere alla leggera la situazione lo ha ripetuto anche Speranza nell’informativa al Senato sottolineando che ci si deve continuare a muovere «su una linea di prudenza e cautela» poiché «il rischio zero non esiste». Sulla base di questa impostazione, il ministro ha confermato quelli che saranno i principali contenuti del nuovo Dpcm che il premier Giuseppe Conte firmerà nelle prossime ore: proroga dell’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi, ripartenza di crociere e fiere, riapertura delle scuole a settembre, e «riapriranno tutte in sicurezza», chiusura delle discoteche.
La questione del distanziamento finirà nel Dpcm anche per quanto riguarda i trasporti: il testo ribadirà infatti l’ordinanza di Speranza che ha ripristinato la capienza ridotta sui treni ad alta velocità. L’indicazione del governo vale anche per i treni, bus e metropolitane locali e regionali, anche se diversi governatori hanno già fatto scelte differenti.
Ma le regioni – dopo aver aggiornato le linee guida su ristorazione, saune e biblioteche – tornano ad insistere anche sugli eventi sportivi, chiedendo che sia autorizzata la partecipazione del pubblico «esclusivamente nei settori degli impianti sportivi nei quali sia possibile assicurare la permanenza presso la postazione seduta assegnata» mantenendo il distanziamento di un metro. Una richiesta che difficilmente il governo accoglierà, almeno per il momento, visto che gli esperti hanno già ripetuto che per il ritorno dei tifosi negli stadi non ci sono ancora le condizioni.