Coronavirus, in Italia 63927 positivi e 6077 morti

Di Matteo Guidelli e Luca Laviola / 23 Marzo 2020

Non è ancora un trend ed è troppo presto per dire che la curva si è arrestata, ma per il secondo giorno consecutivo i numeri fotografano un’Italia in cui calano sia l’incremento dei malati che quello delle vittime di coronavirus. E, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, in Lombardia i ricoveri in ospedale sono in diminuzione. Dati positivi che rischiano però di essere vanificati se al sud – dove il contagio non è ancora esploso – continueranno ad esserci troppe persone in strada.

Ad un mese dall’entrata in vigore del primo decreto con le misure restrittive, quello che istituiva la zona rossa per i comuni del Lodigiano e di Vò Euganeo, il nostro paese supera altre due soglie psicologiche, quella dei 50mila malati (sono 50.418), e quello delle 6mila vittime (sono 6.077). Il lato positivo è però che la crescita sta subendo un rallentamento da due giorni: l’incremento dei positivi è stato di 3.780, mentre domenica era di 3.957 e sabato di 4.821. Stesso discorso per le vittime: l’aumento è di 601, domenica era di 651 e sabato di 793, il giorno più nero dall’inizio dell’emergenza. Altri due numeri che fanno ben sperare sono il calo dei malati in terapia intensiva – ora il 6% del totale, nei giorni scorsi erano il 10% – e il fatto che per la prima volta anche la Lombardia fa segnare un dato finalmente positivo: i ricoverati con sintomi in ospedale sono passati da 9.439 a 9.266.

Presto però per parlare di dati consolidati. «Non sento di sbilanciarmi – dice il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – anche perché oggi vediamo gli effetti di quel che è avvenuto due settimane fa. Prendiamo atto che più dati consecutivi si confermano e più è chiaro che ci troviamo in una situazione favorevole». Che però rischia di tornare ad essere drammatica, per due motivi. Il primo è se non si riesce ad intercettare prima possibile «i nuovi positivi o i sospetti positivi», per fare in modo che «cessino in maniera tragica di trasmettere l’infezione». Il secondo – che poi è quello che preoccupa di più – è un’eventuale esplosione del virus al sud. Ed è questa, ora, la «scommessa» per gli esperti, per il governo e per tutto il paese: «il nostro grande sforzo», sottolinea Brusaferro, è evitare che Campania, Puglia, Sicilia, facciano registrare nei prossimi giorni ‘curvè di crescita come quelle che si sono viste in Lombardia. Perché i rispettivi sistemi sanitari non reggerebbero l’urto.

Per ora la curva «non sembra impennarsi»: in Puglia i positivi sono 862, con un incremento di 114 nelle ultime 24 ore, più della Sicilia che ha 681 casi e un incremento di 85 e meno della Campania, che ha 929 malati e 63 in più rispetto a domenica. Ma i comportamenti dei cittadini, ed è questo l’allarme che arriva da Brusaferro, rischiano di far invertire i numeri. «Si vedono ancora strade piene di gente, cosa che non vediamo ormai più in altri contesti» dice il presidente dell’Iss mostrando sul cellulare la foto della prima pagina del ‘Mattinò di oggi, con l’immagine del rione Sanità di Napoli piena di persone in giro. «Forse sono episodi – aggiunge – ma se teniamo tutti un atteggiamento rigoroso può essere concreta la possibilità che le curve non prendano un’impennata». In caso contrario, l’epidemia dilagherà anche al sud. Perché, «il virus non guarda alla latitudine ma ai nostri comportamenti».

E’ il motivo per il quale si stringono ancora le maglie dei controlli. Il Viminale cambia il modulo per l’autocertificazione inserendo le modifiche introdotte con l’ultimo Dpcm che ha vietato anche gli spostamenti per il rientro al proprio domicilio. E il Consiglio dei ministri già domani potrebbe approvare un decreto per un inasprimento della sanzioni per chi viola i divieti. Con una sanzione amministrativa attorno ai 2mila euro e, eventualmente, anche la confisca del mezzo.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: angelo borrelli coronavirus coronavirus italia 23 marzo Protezione civile