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Coronavirus, il prof. Cacopardo: «Una seconda ondata in autunno? Non si può dire»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

«Presto in vista della parziale riapertura verrà presentato un vademecum comportamentale per i cittadini…». Lo dice il prof. Bruno Cacopardo, primario del reparto di Malattie infettive del Garibaldi di Catania e componente del comitato scientifico regionale. Cacopardo già ieri era intervenuto sul dibattito sul Covid diventato «più buono» per dire che il virus non è più blando e che piuttosto ha influito una «minore circolazione nella popolazione più attiva».

Allora è così, professore?

«È così, perché oggi più che parlare di virus meno aggressivo io direi piuttosto che ci sono stati due fattori che ci hanno consento di far diminuire la sua aggressività. Innanzitutto ha influito la comprensione da parte dei medici sulla cura da somministrare, poi c’è stata la consapevolezza dei cittadini. Ecco questi sono i fattori che hanno consentito di far diminuire la curva…».

Quindi per lei il virus non è meno aggressivo?

«Io non so ancora se il virus è più blando. Questo lo devono dire i virologi che devono fare un esame. Non posso ovviamente escluderlo, ma finché gli esperti non documentano queste mutazioni io non propendo per questa tesi. Cerco, allora, una giustificazione epidemiologica che spieghi la minore intensità che riscontriamo. Quindi dico soltanto che mi pare più verosimile che la situazione si sia assestata per altri meriti, il lockdown e i giusti comportamenti dei cittadini che mi auguro continuino».

Ma professore mentre i contagi restano praticamente costanti o in leggera flessione i morti e i ricoveri gravi diminuiscono e adesso a Catania, e non solo, ci sono all’incirca solo 10 pazienti in terapia intensiva.

«Allora in passato, non conoscendo affatto questo virus, era stato detto ai cittadini di non recarsi in ospedale pur avendo sintomi. Così i cittadini restavano a casa non sapendo innanzitutto se quei sintomi fossero addebitabili a una influenza e venendo così curati con la Tachipirina. Per cui, talvolta, sono arrivati in ospedale dopo 8-10 giorni, periodo in cui il Covid evolve in uno stadio più grave, con un quadro clinico molto severo. Adesso, invece, c’è la consapevolezza dei medici nella cura e nella diagnosi e si va prima in ospedale. E’ stata affinata la gestione sanitaria e per questo ci sono meno casi in rianimazione. Ecco spiegato perché il virus sembra meno grave…».

Ma adesso il 4 maggio si riapre seppure con limitazioni…. Voi esperti del comitato cosa vi aspettate in Sicilia?

«Non possiamo escludere un transitorio trend di risalita della incidenza dei casi, che però dovrebbe essere, secondo le mie previsioni, limitato e non ci riporterà alla fase iniziale dell’epidemia. Dipende in che modo procederemo alle riaperture, facendo bene attenzione ai siti sensibili come Rsa, case riposo dove sarà sufficiente, al momento, il contenimento delle visite e lo screening degli operatori delle strutture».

E questo, oltre ai controlli sanitari, anche grazie ai comportamenti corretti dei cittadini?

«Se adotteremo pedissequamente le misure di protezione, partendo dalle mascherine, dal distanziamento sociale e dal lavaggio delle mani penso che ne usciremo presto».

Poi siamo in prossimità dell’estate…Servirà?

«Certo, ma non per il caldo, ma perché tutti noi stiamo più all’aria aperta e lì il virus ha difficoltà a circolare. Inoltre i raggi ultravioletti e al mare lo iodio, la concentrazione salina e il cloro avranno una certa afficacia».

Secondo lei in Sicilia quando avremo il contagio zero?

«Penso per metà maggio. Ma credo che poi avremo, come detto, una leggera risalita dovuta alla riapertura, e questo intorno al 18-20 maggio. Ma sarà di breve durata».

C’è una forte discussione sulla mancata riapertura per regioni dove il contagio è meno alto…

«Bisognerebbe fare una apertura a fisarmonica…aprendo e poi verificando dopo 14 giorni e semmai ponendo limitazioni solo dove ci sono problemi».

Lei concorda con chi sostiene sul ritorno della pandemia in autunno?

«Non abbiamo nessuna prova scientifica e la verità vera è che di questo virus sappiano ben poco. Non sono fermamente convinto che se il Covid dovesse finire in estate poi tornerà. Alcuni si giustificano rifacendosi alla famosa epidemia spagnola del 1918 in cui ci fu una seconda ondata. Ma allora il contesto era diverso e quello era un virus influenzale, questo, invece, è diverso e non sappiamo neanche se dopo aver fatto gli anticorpi questi proteggano da una possibile reinfezione…».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA