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Coronavirus, figlia paziente morto a Caltagirone: «Mio padre non viaggiava da due mesi»

Di Redazione |

Caltagirone (Catania) – In merito alla notizia che abbiamo dato, insieme ad altri media e agenzie di stampa, della morte avvenuta all’ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone il 20 marzo scorso di un uomo di 60 anni deceduto per coronavirus, la figlia dello sfortunato paziente ci fa sapere che, contrariamente a quanto ci ha comunicato una fonte sanitaria accreditata, il padre non si era mai recato in viaggio al Nord nei precedenti giorni prima dell’ avvenuto ricovero in ospedale.

«In quanto figlia e dunque persona bene informata sui fatti – scrive la signora – mi sento in obbligo di informare che mio padre non viaggiava da gennaio. Quindi a meno che il virus non sia stato in incubazione per quasi 2 mesi, che poi in quel periodo manco se ne parlava, è impossibile che lo abbia contratto nel suo ultimo viaggio. Mio padre era un uomo premuroso, un uomo coscienzioso e fin troppo rispettoso delle regole e degli altri: non sarebbe mai andato al Nord – prosegue la figlia – in questa situazione. Bensì ha contratto il virus mentre da uomo onesto qual era, andava a lavoro quando ancora qui in Sicilia nemmeno si parlava di tutto questo, prima della quarantena e di tutte le misure successive».

Prendiamo atto della precisazione dei familiari ribadendo però che la nostra notizia ci era stata data da fonte accreditata.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA