Coronavirus, bollettino del 18 settembre: in Sicilia balzo in avanti dei contagi, +179

Di Redazione / 18 Settembre 2020

CATANIA – Che sia o meno la seconda ondata dell’epidemia non è ancora certificato dagli infettivologi, ma i contagi in Sicilia crescono ogni giorno di più e le strutture ospedaliere tornano in allarme per il crescente numero di ricoveri cui non sempre il sistema riesce a far fronte. Dopo i 91 casi di ieri, oggi l’incremento è stato a tre cifre e secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute nelle ultime 24 ore in Sicilia sono stati diagnosticati ben 179 nuovi casi di coronavirus a fronte però di un numero record i tamponi, ovvero 6.329. Da segnalare anche una nuova vittima.

 

La Regione siciliana comunica al ministero della Salute che dei 179 nuovi casi positivi di oggi, 21 sono ospiti della Comunità “Biagio Conte” (che accoglie indigenti e senzatetto, tutti sottoposti a tampone) e 37 sono migranti accolti negli hotspot siciliani. A livello geografico invece sono i focolai di Palermo quelli che stanno contribuendo di più all’aumento dei contagi: 70 infatti i casi registrati a Palermo, 31 invece quelli segnalati dall’Asp di Trapani, 29 a Siracusa, 19 a Ragusa, 15 a Catania,  6 ad Agrigento, 4 a Messina, 3 a Enna e 2 a Caltanissetta.

 

I nuovi 179 casi diagnosticati fanno lievitare il numero degli attuali positivi a 2.157 (ieri erano 2.043), di cui 1.963 in isolamento domiciliare (ieri erano 1.856), 179 ricoverati in ospedale con sintomi (+6 rispetto a ieri) e 15 gravi ricoverati in Terapia intensiva (1 in più di ieri). 

 

I casi totali di coronavirus dall’inizio della pandemia sono invece 5.748, le guarigioni sono 3.295 (64 più di ieri), mentre i decessi salgono a 295 (1 in più di ieri).

 

 

In Italia

Il forte aumento dei contagi che si registra in Sicilia si replica anche a livello nazionale, dove sono 1.907 i nuovi casi (ieri erano 1.585), mentre c’è un leggero calo dei decessi (oggi 10 contro i 13 di ieri) con le vittime che arrivano a quota 35.668. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 99.839 tamponi, per un totale di 10.246.163 da inizio emergenza.

 

Il totale dei dimessi/guariti è di 216.807 (+853), mentre gli attuali positivi sono 42.457 (+1.044). Ad oggi sono 2.387 (ieri erano 2.348) i ricoverati con sintomi, di questi 208 si trovano in Terapia intensiva, mentre in isolamento domiciliare ci sono 39.862 persone.

 

Le regioni dove è stato registrato il maggior numero di nuovi casi, nelle ultime 24 ore, sono Lombardia (224), Campania (208), Lazio (193), Sicilia (179) e Veneto (176), ma quelle dove nella settimana di rilevamento dal 7 al 13 settembre è cresciuto di più l’indice di contagio Rt e dove è superiore a 1 sono la Liguria (Rt 1.32), la Puglia ( – Rt 1.13), la Sicilia
(Rt: 1.08), il Friuli (Rt 1.11) e la Calabria (Rt 1.07).

 

I dati sono confermati dal fatto che nel Paese ci sono 2.397 focolai Covid attivi, di cui 698 nuovi. Contagi che si trasmettono sempre di più dai figli e nipoti ai genitori e ai nonni. Gli scienziati hanno osservato negli ultimi 14 giorni un «aumento significativo dell’età mediana alla diagnosi. Questo – dicono – è probabilmente dovuto ad una trasmissione dalla popolazione più giovane a quella più fragile o anziana, soprattutto all’interno della famiglia: questo si riflette in un maggiore impegno dei servizi ospedalieri». L’età mediana passa ora a 41 anni e il 35% dei nuovi contagi riguarda persone con un’età sopra i 50 anni.

Una situazione di crescente allarme quindi per l’Italia che da sette settimane consecutive vede crescere inesorabilmente i contagi, i focolai, i ricoveri e l’indice Rt, ma che può in un certo senso “consolarsi” con i dati provenienti dai Paesi vicini come Francia (dove oggi si sono registrati più di 13.000 casi) e Spagna dove la situazione è al momento nettamente più preoccupante.  

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