Catania, «Hub vaccinali nei piccoli centri per convincere gli 80enni che hanno paura»

Di Giuseppe Bonaccorsi / 18 Giugno 2021

Come fare a raggiungere e vaccinare gli oltre 22mila over 80 ancora non vaccinati in tutta la provincia? E’ il dilemma che in questi giorni assilla i responsabili della campagna vaccinale, alla luce delle prime avvisaglie di contagi con la    variante Delta anche in Sicilia e a fronte delle altre regioni che marciano – non tutte però – verso l’immunità di gregge da raggiungere entro settembre. Da alcuni giorni il commissario regionale Covid, Pino Liberti, ne discute con l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza ed è ben chiaro anche a loro – davanti ai numeri che mostrano una forte difficoltà nel vaccinare le fasce più anziane – , che bisogna studiare altre strategie e non limitarsi soltanto a continuare le vaccinazioni negli hub e nei centri vaccinali dei Distretti.

E’ evidente ormai che c’è una fetta di anziani, compresa soprattutto tra i 70 e gli 80 anni ed oltre che mal si sposa con i vaccini e tenta di sfuggirli. Poi ci sono quelli che magari sono impossibilitati e dovrebbero far riferimento a cargiver che magari sono contrari a vaccinarli.  «Bisogna a questo punto inseguire queste persone fin nei loro paesi e addirittura casa per casa – ha spiegato il commissario Liberti -. Ed è quello che stiamo studiando e che metteremo in pratica già nei prossimi giorni in alcuni paesi. Proprio ieri parlando con l’assessore Razza ho detto che al di là degli hub che stanno procedendo, bisogna adesso studiare come raggiungere queste fasce che o perché sono  fataliste o mal consigliate non si sono ancora vaccinate. Bisogna quindi inseguirli nei loro paesi. E così stiamo immaginando di mettere in atto una campagna di “vaccini di prossimità”. Lo abbiamo fatto a Milo, lo faremo a S. Alfio la prossima settimana e sto pensando di estendere il piano ad altri paesi come Ragalna che ha circa 6 mila abitanti in inverno e circa 16mila in estate. Insomma raggiungere quei paesi dove non ci sono hub vicini e dove, secondo i nostri tabulati, risulta una buona percentuale soprattutto di over 80 ancora non immunizzata». «Il piano prevede che di concerto con i sindaci creeremo un punto di vaccinazione con i nostri medici e avvieremo la campagna, chiedendo allo stesso tempo ai primi cittadini  di fare opera di convincimento verso i loro residenti che non si sono ancora vaccinati. Siamo anche disposti, qualora arrivi la segnalazione, ad andare a  casa dell’anziano per vaccinarlo a  domicilio. Le stiamo tentando tutte perché il nostro obiettivo è riuscire entro l’estate a vaccinare il maggior numero di anziani che  mancano all’appello. Io mi auguro che queste persone, sapendo che c’è un punto vaccinale accanto a casa vengano invogliati quantomeno a venirsi ad informare e una volta lì dentro noi faremo qualsiasi opera di convincimento per spiegare loro che la vaccinazione è sicura e in questo modo eviteranno o in estate, ma soprattutto in autunno, di incappare in una eventuale ripresa della pandemia che potrebbe ripresentarsi anche sotto forma di nuova variante come quella Delta o indiana. Questo piano intendo estenderlo per tutta l’estate a tutti i paesi, con particolare attenzione a quei centri  piccoli della provncia dove è più facile vaccinare tutto il vaccinabile. Ci auguriamo così di abbassare la percentuale di persone anziane non coperte  in modo da colmare il gap con il resto della penisola».

In merito agli over 60-69 i non immunizzati – secondo dati Asp – sarebbero oltre 56mila, con una percentuale di vaccinati con prima e seconda dose che si aggira sul 34% e al  33% con una sola dose. Liberti ha spiegato che al momento non si hanno disposizioni dal governo per una modifica del piano vaccinale con altri sieri all’infuori di AstraZeneca e J%J. Si tratta di un problema perché è evidente – e lo ripetiamo ormai da mesi – che una parte di questa popolazione preferisce restare senza copertura piuttosto che farsi iniettare il vaccino anglo-svedese. Si tratta di uno dei nodi non risolti dell’intera campagna vaccinale che rischia di lasciare scoperta una buona fetta di quella fascia di età  non fortemente a rischio, ma pur sempre non più ragazzina.
Quanto ai numeri la fondazione Gimbe sostiene che in Sicilia la percentuale dei vaccinati over 80 è attualmente a oltre il 70% almeno con una dose.. Ora considerato che gli ultraottantenni  in Sicilia sono all’incirca oltre 350mila i non vaccinati sono ben oltre i 100mila. 

Condividi
Pubblicato da:
Carmela Marino
Tag: anziani catania covid hub liberti vaccini