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Catania, Covid team per chi è in quarantena Asp pronta a curare i malati in casa

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – Finito il suo turno al reparto di Malattie infettive del “Gravina” di Caltagirone e sinceratosi del miglioramento delle condizioni del vescovo calatino mons. Peri e degli altri pazienti, il dott. Pino Liberti ha fatto rientro ieri a Catania per prendere però servizio all’Asp come responsabile dei Covid team che avranno il compito di monitorare e curare i malati al momento in quarantena a casa e non in ospedale. Liberti, temporaneamente, non tornerà nel suo ospedale di riferimento, il Cannizzaro, ma andrà a supportare il servizio epidemiologico dell’Asp andando anche a “formare” il personale medico e paramedico non a conoscenza delle tematiche necessarie per gestire in sicurezza un paziente altamente contagioso. I Covid team andranno di casa in casa a fornire i farmaci necessari per avviare la cura preventiva al Covid e cercare di evitare che una parte di queste persone in isolamento poi si aggravi e debba ricorrere alle cure dell’ospedale e soprattutto essere intubata in Terapia intensiva, una procedura – è bene sia chiaro – pericolosa soprattutto per i soggetti anziani e fragili per via anche della possibili infezioni da batteri resistenti come la klebisiella.

A partire probabilmente da domani il dott. Liberti procederà ad avviare questa operazione capillare sul territorio, in collaborazione con i medici di famiglia, per applicare i protocolli farmacologici necessari per tamponare il virus e porre una barriera farmacologica nel corpo del malato al punto da evitare che il virus possa provocare un focolaio polmonare che nel breve tempo degeneri. Si creeranno queste squadre che andranno casa per casa per sincerarsi dello stato di salute del paziente e verificare allo stesso tempo che non ci siano altri problemi causati dalla convivenza stretta in ambito familiare tra soggetti positivi e non positivi.

Anche quello della convivenza è un tema fondamentale per evitare le ospedalizzazioni. E su questo punto entrano in campo anche alcune case di cura convenzionate che hanno sottoscritto un protocollo e daranno presto la disponibilità di un tot numero di posti letto per i malati di coronavirus, se ovviamente dovesse servire un aumento dei posti letto. Le case di cura che avrebbero già dato il via libera a questo ampio progetto sarebbero tre, tutte in territorio catanese, per complessivi 180 posti letto che andrebbero a supportare lo sforzo prodotto dai reparti ospedalieri nel caso in cui i posti letto Covid vengano esauriti. Altro supporto verrà dai Covid hotel che potranno ricoverare i malati dimessi dagli ospedali ma ancora positivi e quindi impossibilitati a fare rientro a casa o i malati che non possono restare a contatto con i familiari.

E’ una corsa contro il tempo e bisogna avviare quel monitoraggio del territorio che sino adesso è stato in mano ai medici di famiglia che però, senza i supporti di sicurezza come mascherine e camici si sono limitati ad effettuare un triage dei pazienti solo telefonicamente. In questo modo con i Covid team si prenderà contezza esattamente della situazione epidemiologica e si potranno adottare quei necessari interventi a difesa della popolazione sana e di quella malata. Un occhio particolare sarà dato in questa vasta operazione alle case di riposo e le rsa, tra i settori più a rischio. Ieri infatti si è appreso dalle parole del direttore sanitario dell’Asp che in una sola residenza per anziani finora sono risultati positivi 9 operatori e sette ospiti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA