Covid-19
Bollettino Covid, in Sicilia i conti non tornano: la Regione vuole centralizzare i dati
Non bisogna essere complottisti – e noi non lo siamo, affatto – per accorgersi che i dati del bollettino quotidiano sui nuovi positivi, da cui pendono quasi tutte le nostre labbra, non fotografa in tempo reale la realtà. Ci sono i sindaci, sentinelle dei territori, in uno dei pochi usi non perniciosi che fanno dei social, ad aggiornare i cittadini ogni giorno sulle cifre dei contagi. Le leggiamo, spesso, nelle cronache delle nostre edizioni locali. Ma, sommate fra loro, non coincidono mai ai dati locali del report diffuso ogni pomeriggio da ministero della Salute e Istituto Superiore della Sanità. Un divario che ci può stare, soprattutto nelle comunità più piccole in cui l’aggiornamento è legato a fonti tanto vicine quanto immediate.
Ma il particolare che ci ha incuriosito è la difformità, talvolta macroscopica, fra i dati ufficiali e quelli forniti dagli enti incaricati di fornirli proprio all’Iss. L’esempio più clamoroso risale al bollettino nazionale dello scorso 9 novembre: in tutta la provincia di Caltanissetta, così come in quella di Agrigento, il numero di nuovi positivi è pari a zero. Ci sarebbe da esultare, se fosse davvero così. Ma non lo è. E la prova arriva proprio dal report che l’Asp di Caltanissetta diffonde ogni giorno. Un modello virtuoso di informazione e di trasparenza – l’unico oggi in Sicilia, dopo che altre aziende l’hanno abbandonato su “consiglio” della Regione – grazie al quale a tardissima sera si ha il dettaglio dell’emergenza Covid. Ebbene, il 9 novembre l’Asp nissena registra 25 nuovi contagiati, di cui solo uno ricoverato e 24 in isolamento.
Controdeduzione: il bollettino nazionale quotidiano arriva a metà pomeriggio e magari i dati si riferiscono al giorno precedente.
Verifica immediata: l’8 novembre l’Asp certifica 59 casi. E allora da dove viene fuori quello zero? E perché nel bollettino nazionale del 10 novembre poi spuntano 102 nuovi positivi nisseni, che non corrispondono nemmeno alla somma degli ultimi due giorni? E non è un caso isolato. Mettendo in parallelo i dati dell’Asp di Caltanissetta (unica “fonte aperta” utile) e quelli dell’Iss, dal 1° novembre a ieri, non c’è un solo giorno in cui gli uni corrispondano agli altri. Fino a ieri: 92 nel conteggio nazionale; 66 (in tutta la giornata solare) o 68 (giovedì) per l’azienda sanitaria.
«Quei dati li elaboro io personalmente», rivela Alessandro Caltagirone, direttore generale dell’Asp nissena. Ed è davvero un encomiabile lavoraccio: positivi distribuiti fra terapie intensive, degenze ordinarie e quarantena; esito dei tamponi effettuati e test in attesa di risultato; deceduti con residenza in provincia e fuori; contagi legati ad altri contatti noti (con la specifica sulle scuole) e non tracciati. Ma perché questo conteggio non corrisponde mai, né lo stesso giorno né il successivo, con quello dell’Iss? «Le statistiche che forniamo noi – spiega il manager – fotografano l’intera giornata solare, di solito fino alle 23. Il bollettino nazionale si basa sui dati raccolti a un certo momento ed è ovvio che siano meno aggiornati». Ma non così diversi, soprattutto giorno per giorno.
L’Iss precisa che «tutte le Regioni e le Province autonome inviano quotidianamente» tutti i dati dei positivi «con infezione da Sars-CoV-2 confermata in laboratorio». L’Istituto «ha creato una piattaforma informatica dedicata, che consente la raccolta dei dati sia attraverso un’interfaccia web collegata alla piattaforma stessa che attraverso l’invio di un dataset». Ed è proprio così. Ma il caricamento, materialmente, non lo fa la Regione. Fino a qualche tempo fa c’erano solo alcuni “punti di riferimento regionale” che raccoglievano e trasmettevano le informazioni, ma adesso sono direttamente le Asp a farlo.
Ce lo confermano a Catania: in questo momento l’80% dei dati è caricato sulla piattaforma Iss dal Dipartimento di prevenzione (che raccoglie anche i positivi dei laboratori privati abilitati ai tamponi molecolari), il restante 20%, da poche settimane, anche dagli ospedali. Puntualissimo nell’aggiornamento è, ad esempio, il Garibaldi; un po’ meno altre aziende. I ritardi più significativi, fino a 4-5 giorni, si registrano però nel conteggio dei guariti e ciò è dovuto alla mole di tamponi in carico alle Usca (aumentati vertiginosamente con i drive-in degli ultimi giorni), che dalla prossima settimana saranno potenziate: 500 unità di personale e 40 squadre destinate alla sorveglianza, in un piano che dall’Asp etnea definiscono «rivoluzionario».
Eppure, sugli ultimi dati, anche Catania è in un altro fuso orario rispetto a Roma: il 30 ottobre, ad esempio, l’Asp registra 317 nuovi positivi a fronte dei 269 del report nazionale; il giorno dopo sono rispettivamente 108 e 245. E il divario continua fino a ieri: alle 22 sono 403 i casi caricati dall’Asp in tempo reale; l’Iss ne riporta invece 359, in attesa che esca il numero della lotteria di oggi.
Cosa vuol dire tutto ciò? Non proprio che le statistiche siano falsate. Anche perché più si allunga il periodo di comparazione e più le differenze diventano meno evidenti. Per capirci meglio, con l’unico esempio possibile: dal 1° novembre a venerdì, considerando un margine di ritardo di 24 ore, a Caltanissetta si totalizzano 814 nuovi casi secondo l’Asp e 806 per il bollettino Iss.
Questo, però, non giustifica il fatto che a livello nazionale, pur ricevendoli in tempo reale dai singoli territori, i dati siano così poco allineati. Ed è chiaro che poi, ufficializzandoli nella sacralità del bollettino quotidiano, quei numeri (non aggiornati e dipendenti da variabili spesso casuali) “parlano”. A tutti. Alle paure e alle speranze dei cittadini. Ma anche alle scelte del governo su questioni che riguardano la vita di tutti noi.
Dalla prossima settimana, però, l’Isola potrebbe avere uno strumento in più: l’assessorato regionale alla Salute sta per emanare una circolare destinata a tutti i soggetti che operano sul portale Iss, ovvero Asp e aziende ospedaliere siciliane. L’input sarà quello di aggiornare con i nuovi positivi anche “Qualità Sicilia”, la piattaforma regionale finora utilizzata per lo più come banca-dati dei tamponi, aperta ora anche ai titolari di laboratori privati che eseguono i tamponi. Tutti i dati, in tempo reale, saranno caricati su un unico portale, che potrà farsi carico del flusso verso Roma. Un modo per ridurre il ritardo delle statistiche nazionali rispetto a quelle locali. Oppure, visti i precedenti, per far saltare conti che già non tornano.
Twitter: @MarioBarresi
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