Arrivano a 5 i vaccini contro il Covid con il via libera oggi di Aifa a quello di Novavax per gli over 18 con un ciclo vaccinale primario di due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra. «I dati disponibili, rileva la CTS di Aifa, sul vaccino Nuvaxovid – spiega Aifa – hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni. Il profilo di sicurezza si è dimostrato positivo, con reazioni avverse prevalentemente di tipo locale".
Intanto per fronteggiare l’avanzata di Omicron si prospetta anche l’ok all’anticipo della terza dose da 5 a 4 mesi e si inizia a discutere sulla necessità di somministrare la dose booster anche agli under 18. Questo il quadro alla vigilia della cabina di regia di domani sul fronte cure e terapie.
E dagli Usa l’annuncio che la Food and Drug Administration americana ha dato il via libera alla pillola per il Covid di Pfizer, che diventa così il primo farmaco da poter assumere a casa contro il virus.
In particolare il nuovo vaccino Novavax, dice il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù è "un’ulteriore arma potente» per combattere il Covid, prodotto con una diversa tecnologia, con un vantaggio «rispetto ai vaccini mRna» dal momento che non ha bisogno della catena del freddo. «Sarà distribuito in un miliardo e mezzo di dosi, con il sistema Covax, nei Paesi in via di sviluppo, cosa importante" perché «c'è una necessità planetaria di vaccini» e «il virus si replica soprattutto in paesi senza protezioni», spiega Palù.
Sul fronte somministrazioni, l’Italia va verso l’anticipo della dose booster da 5 a 4 mesi. Un’ipotesi, già esaminata a livello tecnico e per la quale si attende il via libera dell’Aifa, che – secondo quanto si apprende da fonti qualificate – sarebbe di prossima approvazione. La decisione sarebbe legata all’opportunità di rafforzare la risposta immunitaria anche in seguito all’arrivo della variante Omicron. «Sappiamo che a cinque mesi cala l’efficacia del vaccino, magari si potrà anticiparla o ci sarà la possibilità di prenotarla per alcune fasce d’età», dice il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri.
Si rafforza inoltre anche la possibilità di estendere in Italia la terza dose anche per gli under 18 (ora il richiamo al termine del ciclo vaccinale completo è approvato dai 18 anni in su). «I dati – afferma Palù – ci indicano che Omicron si diffonde con maggior rapidità, non sappiamo il suo impatto clinico. Sappiamo però che due dosi di vaccino non sono sufficienti a indurre un titolo di anticorpale, tre dosi sì. Quindi il booster sarà necessario anche nella fascia di età degli under 18 per renderli resistenti all’infezione e soprattutto alla malattia». In nessun Paese si fa la terza dose per gli adolescenti ma il sospetto è che «sia necessario, perché non vedo grande differenza tra un ragazzo di 16 anni e uno di 18, 19 o 20. Aspettiamo di avere dati. Comunque con due dosi li proteggiamo da malattia, morte e in parte dal contagio», afferma Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas che sull'anticipo della terza dose a 4 mesi dalla seconda sottolinea il fatto che «non ci sono rischi e, se viene presa come decisione, penso sia saggio. Si tratta di giocare d’anticipo, per usare una metafora calcistica».
Procede intanto nei laboratori di tutto il mondo la corsa contro il tempo per contrastare Omicron. In particolare AstraZeneca è al lavoro con l’università di Oxford per produrre un vaccino specifico per Omicron, riporta il Guardian citando un comunicato dell’azienda secondo la quale «insieme all’Università di Oxford, abbiamo avviato le fasi preliminari per la produzione di un vaccino per la variante Omicron, nel caso in cui sia necessario e seguiremo i dati che emergono».
Lotta alle varianti che passa anche da un nuovo trattamento somministrabile attraverso il naso in singola dose. È una terapia, messa a punto da scienziati del Gladstone Institutes dell’Università della California San Francisco e del VxBiosciences i cui risultati positivi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell, basata sulla tecnologia che 'dirotta il dirottatore'. Il trattamento ha ridotto di 100 volte la carica virale nei polmoni, prevenuto la malattia riducendo il numero di particelle virali rilasciate da una cellula infetta, ridotto l’infiammazione e prevenuto l’edema polmonare. Efficace contro Alpha e Beta, i ricercatori stanno testando ora nuove varianti.