Covid
A Catania pochi posti letto, tra i ricoverati anche un consigliere comunale
Sono gli stessi primari dei reparti Covid di alcuni ospedali a lanciare l'allarme su una situazione che sta diventando insostenibile. E intanto si discute sull'utilizzo della pillola anti Covid-2 Molnupiravir
Si discute in queste ore nel corso di una riunione al Cannizzaro di Catania l'utilizzo degli anticorpi monoclonali e soprattutto della pillola pillola anti Covid-2 Molnupiravir. L'incontro dei primari di Malattie infettive, dei medici di Medicina generale e di quelli delle Usca è stato organizzato per un aggiornamento su questo farmaco e soprattutto sulla corretta somministrazione della pillola Molnupiravir, di recente approvazione dalle agenzie del farmaco, che sarebbe molto efficace, se soprattutto somministrata nei primi giorni dal contagio, per abbattere del 50% il ricorso agli ospedali. Alla riunione oltre ai primari e ai medici di medicina generale, partecipano il commissario Covid, Pino Liberti, e il prof. Filippo Drago, farmacologo e referente per la Sicilia orientale della distribuzione degli anticorpi monoclonali.
Sul fronte degli ospedali continua l’emergenza nei reparti Covid e nei Pronto soccorso per la ormai cronica carenza di posti letto. Come già scritto ieri l’appello agli organi sanitari regionali e locali, lanciato dai tre primari di Malattie infettive della città, Bruno Cacopardo, Carmelo Iacobello e Arturo Montineri, affinché si prenda in considerazione l’urgenza di creare in ogni reparto un’area grigia dedicata ai malati di molte patologie, che al tampone di accesso in ospedale risultano positivi, non ha trovato finora nessun accoglimento. Anzi l’idea sarebbe stata considerata di primo acchito non percorribile.
Ieri l’ufficio del commissario Covid a una nostra domanda ha risposto che qualunque decisione per un eventuale cambio di modello di lotta al Covid deve arrivare dalla Regione. Il commissario, secondo le ultime notizie avrebbe, comunque, intenzione di indire una ennesima riunione con i direttori generali per capire come agire sul fronte innanzitutto dei posti letto perché appare evidente che, se l’emergenza nei Pronto soccorso dovesse perdurare, come sembra, non si potrà continuare a chiedere agli altri reparti ordinari posti letto se non si intende dire ufficialmente che a causa del Covid e dei non vaccinati – che sono la stragrande maggioranza dei ricoverati – le altre patologie passeranno in secondo piano. Quello che appare evidente è che al momento le strategie messe in campo non stanno dando i frutti sperati. Seppure in leggera flessione la pressione dei malati Covid nei pronto soccorso continua ad essere forte e nei reparti di emergenza ci sono ancora molte decine di pazienti, alcuni anche con polmoniti gravi. Iacobello e Cacopardo tre giorni fa, durante una audizione in commissione consiliare Sanità, convocata dalla presidente Sara Pettinato, che è chirurga senologa, hanno detto che nei loro reparti la situazione è insostenibile, ma non solo per i malati Covid, ma perché ci sono ricoverati in corsia anche numerosi pazienti positivi asintomatici infartuati, leucemici, pazienti anziani con fratture di femore. Degenti che si trovano nelle Malattie infettive solo perché al momento di effettuare il tampone di accesso in ospedale sono risultati positivi. «Questo – aveva detto il primario Iacobello – ci impedisce di offrire loro le cure adeguate alla loro patologia, col rischio anche che si vada incontro a possibili contenzioni giudiziari».
Iacobello aveva aggiunto, di comune accordo con il prof. Cacopardo, che di conseguenza a causa dell’occupazione di numerosi posti letto nei reparti Covid da parte di questi pazienti, molti malati gravi Covid rimangono in pronto soccorso «dove poi si aggravavano andando a intasare le malattie infettive», reparti che sono ormai pieni e dove sono intubate prevalentemente persone al 90% non vaccinate e gravissime. L’età media di questi pazienti va dai 30 ai 60 anni. E a proposito di rianimazione la notizia era nell’aria da diversi giorni, ma adesso è diventata ufficiale dopo che la moglie ha pubblicato su Facebook un post di supporto al marito, il consigliere Salvo Peci, ricoverato nella rianimazione del Garibaldi per Covid. L’esponente, oggi nelle file di Grande Catania sarebbe in condizioni serie, ma non sarebbe intubato. Secondo quanto emerge dal Comune il consigliere non sarebbe vaccinato, ma potrebbe anche trattarsi del contrario. E qualora non si fosse vaccinato potrebbe non averlo fatto per problemi di salute che ne impediscono la vaccinazione.
Anche il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Castiglione, appresa la notizia ha inviato verbalmente un messaggio di supporto al consigliere, nella speranza che superi presto la fase delicata della malattia. La quarta ondata, comunque, non accenna a mollare la presa. Ieri sono stati 8.521 i nuovi casi di Covid registrati a fronte di 45.578 tamponi processati in Sicilia. Catania e Palermo le città in cui si è registrato il maggior numero di nuovi positivi giornalieri. A Palermo 2.394 positivi, a Catania 2.354. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA