SCUOLA – PITTONI (LEGA), DOPPIO CANALE RECLUTAMENTO DOCENTI

Di Press Service / 07 Marzo 2024

«In Friuli

Venezia Giulia allo stato attuale la scuola si affida per un buon 25

per cento a insegnanti assunti a tempo determinato (analoga la

situazione per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario). E

non è neppure tra le realtà messe peggio. A livello nazionale,

infatti, negli ultimi anni invece di agevolare le assunzioni a tempo

indeterminato si è preferito disperdere energie alla ricerca di

centinaia di migliaia di supplenti, mettendo pesantemente a rischio la

qualità del servizio offerto ai nostri ragazzi». Lo afferma il

responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già

presidente della commissione Cultura al Senato. «È vero – spiega

Pittoni – che con la crisi demografica tra un decennio potremmo avere

un milione di studenti in meno. Ma oggi la situazione è opposta: a

mancare sono i docenti. E agendo sul turnover pure un eventuale

surplus di insegnanti è assorbibile al ritmo di 25/30mila unità

l’anno. Non sarebbe quindi un problema. Per superare il precariato

cronico dei docenti e agevolare le assunzioni invertendo la deriva

delle supplenze, si sta lavorando a un progetto ispirato al mio ddl S.

1920/20 che rilancia il cosiddetto “doppio canale” di reclutamento.

Secondo un principio più volte ribadito dalla Suprema Corte, si può

cioè affiancare (nel limite del 50 per cento) alla classica procedura

per titoli ed esami una più snella – attivata in tale settore per la

prima volta nel 1989 dall’allora ministro dell’Istruzione Sergio

Mattarella – che selezioni in base alla professionalità acquisita.

Dovrà ovviamente riguardare tutti i livelli – infanzia, primaria,

secondaria – tenendo conto in primo luogo del merito degli idonei e

poi dell’esperienza di chi è parcheggiato nelle varie liste d’attesa,

così da evitare scontri fra categorie che potrebbero far arenare

l’intera operazione. A occuparsene sarà per forza di cose il

ministero, dovendo gestire direttamente – conclude Pittoni – il

passaggio più delicato: l’interlocuzione con Bruxelles».

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