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Roberto Carlotto già Dik Dik resta affascinato da Catania

Di Press Service |

“Catania è affascinante e in pochi giorni ho riscoperto un mondo fantastico: cultura all’ennesima potenza, grandi e diversi stili architettonici, costruzioni giganti e prestigiose, salvate dai tanti terremoti distruttivi e risorte come l’Araba Fenice in una splendida realtà” Con queste parole Roberto Carlotto (detto Hunka Munka), ex tastierista dello storico gruppo musicale italiano Dik Dik, elogia la città di Catania. Venuto qui per i festeggiamenti della Santa Patrona, resta sbalordito dalla magnificenza dell’evento. Stupito da tanta devozione, dalle migliaia di persone partecipi, dai tanti turisti incantati dinnanzi alle Candelore, dalle bellezze dalle tradizioni che si perpetuano nei secoli, nonché dallo stupefacente Fercolo che trasporta il Busto Reliquario di Sant’ Agata considera la festa “Uno spettacolo che se anche visto una sola volta nella vita, resterà impresso per sempre nella memoria”

Negli anni passati l’artista veniva spesso a Catania, nei suoi concerti con I Dik Dik, e di quel periodo ricorda piacevolmente anche le veloci mangiate di anguria, ma il tempo non gli dava la possibilità di visitare Catania in maniera più approfondita. Nei giorni scorsi, ha avuto modo di recuperare il tutto possibile, prendendo in considerazione l’idea di collegarsi con musicisti siciliani come già accaduto in passato “In qualche occasione ho suonato con un batterista catanese” ricorda “Esattamente di Giarre, Ninni Simonelli” continua “ In serate di piazza, esibendomi in concerti di musica leggera”. Per il futuro Roberto Carlotto ha tante proposte da realizzare, ma in particolare il Teatro, con musiche eterne classiche. Spettacolo già provato con un pianista di elevata statura con soddisfazione in un duo, piano ed organo. Strumenti con i quali, “seppur con una certa difficoltà” confida – “Riesco a mescolare parti orchestrate di contrasto. Ottima riuscita, che mi ha dato la possibilità di toccare importanti teatri”.

Il musicista, cantante Roberto Carlotto, conosciuto con pseudomini diversi: Otto Karl, Charlott,Robert Stahel, comincia la sua carriera artistica con gli studi classici. Approdato nei Dik Dik partecipa, con un suo pezzo, dal titolo “Piccola mia”, al festival di Saint Vincent, raggiungendo le vette delle Hit Parade. Carlotto che nel boom degli anni ‘60 suona con i “Big 66”, in seguito con “I Cuccioli”, ed ancora con gruppi musicali come gli “Underground”, i “Night Birds” , i “Sauterelles”, non intende arrestare il suo sapere musicale dichiarando di voler approfondire il nuovo modo di fare musica, e parlando del genere “Trapper-Indie afferma “Sicuramente è un genere rivolto ai giovani, che si lasciano trascinare dalle varie storie di vita odierna”.

Anche Carlotto non ha potuto non seguire con attenzione La 74esima edizione del festival di Sanremo e apprezzando appieno le doti artistiche della vincitrice conclude “ Angela Mango mi ha lasciato a bocca aperta per la sua personale e stupenda interpretazione di ” Rondine” un pezzo del compianto padre”

Luogo: catania

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