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Zuccaro punta il dito sul depuratore di Pantano d’Arci

Di Redazione |

CATANIA «Dai nostri accertamenti emerge che tutti coloro che si sono occupati della realizzazione dell’impianto di Pantano d’Arci hanno commesso errori gravissimi nella scelta degli amministratori, dei progettisti, delle somme da richiedere. Le responsabilità politiche non compete a noi individuarle».

Lo ha detto il Procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro durante una audizione sul tema della depurazione delle acque reflue in Sicilia da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. 

Il procuratore ha anche affrontato il tema Motta Sant’Anastasia: «La Procura di Catania ha potuto istituire dei procedimenti penali, alcuni significativi altri di minore rilevanza, che interessano soprattutto il reato di inquinamento ambientale di imprese industriali che scaricano nelle acque reflue senza una preventiva attività di filtraggio. Quello che a mio avviso è più rivelante, con la premessa che si tratta di un attività che è coperta dal segreto istruttorio, è l’azione penale che interessa gli amministratori e funzionari del Comune di Motta Sant’Anastasia. Al di là dell’impianto di depurazione – ha aggiunto Zuccaro – è proprio il sistema fognario di una città come Catania e di tutto il suo hinterland, vecchissimo e compromesso negli anni, a cui non si è posto rimedio. Un sistema fognario che si basa su due grosse condutture, una delle quali è il cosiddetto allacciante, progettato negli anni ’50 e che presenta criticità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA