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Voci sulla vendita della 3Sun Gigafactory di Catania agli inglesi ma il piano è un altro

Angelo Bonelli dei Verdi ha annunciato una interrogazione parlamentare

Di Fabio Russello |

L’Enel intende vendere la 3Sun Gigafactory di Catania secondo il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli che ha annunciato – allo scopo di impedirlo – una interrogazione parlamentare. Enel sulla vicenda non ha fatto commenti ma filtra la circostanza secondo cui in realtà più che una vendita è una ricerca di partners economici internazionali che consentano di mantenere l’asset ma di dividere i rischi e gli investimenti. Non è un caso che Enel in queste settimane sta proseguendo la selezione del personale tecnico in vista dell’entrata in esercizio della fabbrica prevista entro l’estate del 2024 e che consentirà tra diretto e indotto di creare un migliaio di posti di lavori.

Bonelli accusa

«Enel, con la guida dell’AD Cattaneo e del presidente Scaroni ha deciso di mettere in vendita la fabbrica di proprietà Enel al 100% che produce pannelli fotovoltaici di alta qualità per un totale di 3GW anno. La fabbrica 3Sun Gigafactory è la più grande in Europa nella produzione di pannelli fotovoltaici ed è all’interno della strategia di rendere il nostro paese alternativo al mercato cinese, tanto sbandierata da questa maggioranza, ma solo a parole. 3Sun Gigafactory avrebbe garantito una certa indipendenza dalla Cina in un periodo storico in cui si parla tanto di energia, materie prime e prodotti importati dall’estero. La beffa – osserva – è che chi si è fatto avanti per acquistare la fabbrica 3Sun sono gli inglesi di Nextenergy capital e la multinazionale Ikea. Questa politica della partecipata del governo è in linea con la strategia della Premier Meloni di affossamento delle rinnovabili e della transizione energetica a favore delle fonti fossili. Per questo presenteró una interrogazione parlamentare per chiedere l’intervento del governo per fermare vendita e tutelare interessi nazionali che garantiscano sicurezza energetica, e anche una urgente audizione nelle Commissioni parlamentari Ambiente ed Energia della Camera dei Deputati del Ministro Pichetto Fratin, del presidente ENEL e dell’amministratore delegato Cattaneo affinché illustrino le ragioni di questa vendita che rischia di avviare una strada de industrializzazione o delocalizzazione di una produzione strategica che per Enel, a quanto pare, non lo è più».

Enel non replica ma conferma impegno in Sicilia

Enel come ogni multinazionale non commenta quelli che al momento sono rumors di stampa. Di sicuro c’è che vi è la volontà di cercare partner internazionali per via dei tassi al momento piuttosto elevati che rendono rischioso il ricorso all’indebitamento per sostenere gli investimenti. Il Piano industriale che Enel ha presentato ai mercati lo scorso 22 novembre prevede comunque che il 50% degli investimenti del prossimo triennio sarà in italia con particolare attenzione alle reti e prevede anche la possibilità di siglare accordi con partner.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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