Violenza di genere: un percorso di consapevolezza e giustizia

Di Giovanna Caggegi / 28 Novembre 2024

Sono più di 90 le donne vittime di femminicidio nel triste bilancio di questo anno che sta per concludersi. Una media agghiacciante di quasi due donne morte ammazzate a settimana. E le cronache quotidiane continuano a segnare il ritmo di una mattanza che richiede soluzioni non più rinviabili. Il 25 novembre ricorreva la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il club Rotary Catania Est (presidente Roberto Salmeri) – in interclub con il Rotary San Gregorio Tremestieri (presidente Agata Pennisi), il Rotaract (presidente Doriana Spina) e l’Interact Catania Est (presidente Marcello Isca), e in collaborazione con l’Associazione Antimafia “Alfredo Agosta” – ha voluto testimoniare il suo impegno sociale organizzando all’Hotel Sheraton di Catania una serata sul tema “Violenza di genere: aspetti giuridici, prevenzione e tutela. Un percorso di consapevolezza e giustizia” con esperti del settore chiamati a fare il punto sulla natura complessa del fenomeno, sull’attività di prevenzione, sulle strategie messe in campo per combattere qualsiasi forma di abuso.

Perché la violenza di genere si esercita in differenti modalità, dall’uso improprio del linguaggio allo stalking, dal bodyshaming alla violenza psicologica, veicolata in forme spesso subdole e inconsapevoli quale prodotto stratificato della sotto cultura maschilista e patriarcale. Moderati da Laura Distefano – giornalista del quotidiano “La Sicilia” esperta in cronaca giudiziaria e reati di mafia – al tavolo dei relatori sono intervenuti Claudio Papagno Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania, Anna Trinchillo Sostituto Procuratore della Repubblica di Catania, Luciano Garofano già Generale dell’Arma dei Carabinieri, Agata Santonocito Procuratore aggiunto della Repubblica di Catania. A fare gli onori di casa la vicepresidente del Rotary Catania Est Brunella Bertolino che ha invitato sul podio per i saluti alcuni ospiti del prestigioso e nutrito parterre: il governatore del Distretto 2110 Sicilia e Malta Giuseppe Pitari, il presidente dell’Associazione Agosta Carmelo La Rosa che ne ha illustrato finalità e progetti, il vice prefetto di Catania Federica Nicolosi e il presidente della Corte d’Appello Sebastiano Mignemi. Insignito per l’occasione del titolo di ‘socio onorario’ dell’Associazione Agosta, al generale Garofano è andato il Premio “Alfredo Agosta” 2024 consegnato dal giornalista Piero Maenza, addetto stampa del Distretto Rotary 2110 Sicilia e Malta, e da Annamaria Cacopardo vicepresidente dell’Associazione Agosta.

Sollecitato ad aprire gli interventi da Laura Distefano – che ha raccontato la sua esperienza professionale a contatto con le vittime di violenza – il comandante Papagno ha rappresentato la complessa organizzazione dell’Arma dei Carabinieri nella prevenzione, nelle indagini e nella repressione della violenza di genere, sottolineando la necessità di una formazione specifica dei militari preposti al delicato settore. Fondamentale il ruolo della Centrale operativa dell’Arma nel raccogliere le richieste delle vittime e gestire l’intervento in modo tempestivo e mirato. 

Sulla necessità di una specializzazione delle forze dell’ordine e della magistratura sul tema della violenza di genere è tornata Anna Trinchillo, sostituto procuratore della Repubblica di Catania, che ha raccontato la sua esperienza sul campo, da cui emerge il dato della fragilità delle giovani vittime di violenze e abusi, che è necessario tutelare evitando gli interrogatori nelle aule del processo. Complesso il profilo delle vittime in cui scattano meccanismi di sensi di colpa, di paura, di ritrattazione e di protezione del carnefice.

Al generale Luciano Garofano – autore del recente volume Alba Albini, anatomia di un mistero e star televisiva della popolarissima trasmissione Quarto Grado condotta su Rete 4 da Gianluigi Nuzzi – il compito di percorrere le tappe nell’evoluzione delle tecniche investigative della scientifica per l’individuazione dei responsabili dei delitti. Per Agata Santonocito, procuratore aggiunto della Repubblica di Catania, la prevenzione e l’educazione dei giovani è la chiave del problema perché le nuove generazioni sembrano segnate da nuove fragilità, come l’incapacità di accettare il fallimento e il rifiuto, mentre al recupero dei responsabili della violenza più che l’inasprimento delle pene servirebbe una detenzione di tipo specifico non assimilabile al carcere tradizionale.

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Pubblicato da:
Laura Distefano