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Vertici degli esecutivi di Cgil e Uil: “Catania convintamente presente allo sciopero generale del 29 novembre”

De Caudo e Meli aggiungono: “Le condizioni dell’Italia, particolarmente dei nostri territori, impongono risposte concrete che il Governo non vuol dare"

Di Redazione |
“La manovra economica del Governo nazionale penalizza lavoro, famiglie, pensionati. Un’ulteriore mazzata per la nostra provincia, che s’impoverisce e si spopola ogni giorno di più. Ecco perché Catania parteciperà convintamente, massicciamente, alla manifestazione regionale del 29 novembre a Palermo nella giornata di sciopero generale proclamato da Cgil e Uil in tutto il Paese per dire no a scelte politiche che non rispondono al crescente disagio sociale delle persone”.

Lo hanno dichiarato i segretari generali di Cgil e Uil Catania, Carmelo De Caudo ed Enza Meli, al termine della riunione degli Esecutivi delle due organizzazioni, che s’è tenuta ieri sera nella sala “Mico Geraci” di via Sangiuliano.
De Caudo e Meli aggiungono: “Le condizioni dell’Italia, particolarmente dei nostri territori, impongono risposte concrete che il Governo non vuol dare. Ad esempio, noi chiediamo il recupero della perdita del potere d’acquisto del 16 per cento per salari e pensioni. Questo vale innanzitutto per le catanesi e i catanesi che, in un numero sempre maggiore, devono rinunciare a curarsi e acquistare prodotti di prima necessità perché non hanno i mezzi per farlo mentre Sanità pubblica e sistema assistenziale arretrano progressivamente”. 

“Tra le nostre priorità – concludono i segretari di Cgil e Uil Catania – c’è anche la sicurezza sul lavoro su cui il Governo non vuol prendere posizione mettendosi dalla parte della vita, al di là di qualche misura-spot. Catania ha il primato negativo in Sicilia per incidenti nei cantieri, nei campi, negli stabilimenti e un numero costante, insopportabilmente alto, di morti sul lavoro. Ecco un altro motivo forte per cui saremo in piazza a Palermo, dove protesteremo anche per denunciare ancora una volta come intere generazioni, condannate al precariato a vita, siano state ormai scippate del futuro e costrette a scegliere tra occupazione senza stabilità, né sicurezza, né dignità o fuga all’estero. E anche in questo caso vogliamo ricordare i recenti dati della Fondazione Migrantes, secondo cui proprio la Sicilia è la regione da cui si emigra di più. Servirebbero politiche industriali credibili, coraggiose, lungimiranti. Ma anche qui il Governo preferisce tacere o apparire, mai decidere e trovare soluzioni efficaci”.
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