Catania
Venduta, picchiata, umiliata: le terribili sofferenze di una ragazzina a Giarre
GIARRE – A 19 anni ha trovato il coraggio di parlare, di raccontare al mondo (ma soprattutto ai carabinieri) le violenze che subiva da almeno tre anni. Ma anche l’adolescenza e l’infanzia della protagonista della nostra storia – che per comodità chiameremo Marija (nome di fantasia) – sono state terribili. Nata in Serbia 19 anni fa da una famiglia modesta, è stata allevata in povertà da un padre padrone che non le ha fatto mancare il cibo per vivere ma nemmeno le più indicibili sofferenze.
Quando all’età di 15nni il padre le ha detto che aveva deciso di “cederla” per darla in sposa a un connazionale di 25 anni che voleva portarla in Italia, Marija non sapeva più cosa pensare: di lei, delle sua vita, della sua famiglia, del futuro. Probabilmente ha pensato che poteva essere l’occasione per chiudere con quella vita di stenti, abusi e soprusi. E ha accettato. Anche se non avrebbe potuto fare diversamente.
Ma per Marija l’incubo era ancora lontano da finire. Anche il compagno – dopo averla portata in Italia – si è dimostrato rapidamente un violento. Marija è rimasta subito incinta e ha avuto il primo figlio. Subito dopo la sua nascita, il marito ha ha cominciato a picchiarla in una escalation di violenze domestiche e vessazioni. Le ha fatto fare una vita da nomade. L’ha picchiata, tenuta segregata in case e sgabuzzini, l’ha legata, ha abusato di lei, l’ha costretta a chiedere l’elemosina per strada per poi buttare i soldi con la droga e l’alcol. E l’ha messa incinta nuovamente. Quando lei era in stato di gravidanza le violenze, almeno quelle fisiche, sembravano placarsi.
Otto mesi fa Marija è rimasta in cinta di quel “mostro” per la terza volta. La ragazza ha sperato che la creatura che portava in grembo potesse portare un minimo di serenità in quell’inferno. Ma così non è stato.
Nel frattempo la coppia, nel suo girovagare è arrivata in Sicilia ed attualmente viveva con altri nomadi in un casa cantoniera a Giarre, in contrada Zummo. Dove il compagno ha continuato con le sue violenze. Spesso la portava davanti al centro commerciale Conforama e la costringeva a chiedere l’elemosina facendo impietosire i passanti con i suoi bambini. I soldi gli servivano per comprasi la droga. E quando tornava a casa botte, umiliazioni, costrizioni e di nuovo botte. Tanto che Marija ha pensato di poter perdere il nascituro.
La casa cantoniera teatro delle ultime violenze
Ed è stata forse questa la molla che ha convinto Marija a denunciare tutto. I carabinieri di Giarre hanno raccolto la denuncia, avviato le indagini e alla fine arrestato il 25enne serbo che per anni picchiato e vessato Marija con l’accusa di matrattamenti in famiglia aggravati. Fortunatamente la creatura che nel grembo di Marija non ha subito danni. Fra un mese verrà al mondo e speriamo sia un nuovo inizio anche per la sua sfortunatissima mamma.