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Universitari, caccia al posto letto: Corso Italia la zona più cara

Di Gianluca Reale |

Ma cosa dice il “borsino” degli affitti? Secondo un’indagine del sito Immobiliare.it, Catania (con Palermo) è una delle città che costano meno agli studenti fuori sede. La città etnea avrebbe, addirittura, registrato in media una flessione del 2% sui prezzi degli affitti rispetto al 2016, con una media di 196 euro al mese per una stanza singola e di 147 euro per un posto letto in una stanza doppia. Si scostano di poco i dati invece forniti dalla settima edizione del Rapporto sui costi degli Atenei italiani nella parte riguardante i fuori sede, elaborato da Federconsumatori e diffuso lo scorso luglio. Il rapporto quota a 205 euro al mese l’affitto medio di una stanza singola e 160 euro quello per il posto letto in una stanza doppia. L’affitto medio di un monolocale si attesta invece sui 300/350 euro al mese. Anche secondo i dati di Federconsumatori, Catania resterebbe la città più economica tra le grandi città in cui ha sede un ateneo.

Ad elaborare i dati della ricerca di Federconsumatori ci hanno pensato, poi, i tipi di LiveUnict, che hanno annotato le variazioni di prezzo in base al quartiere e al sesso di chi affitta. Secondo un post pubblicato sul sito Catania.liveuniversity.it “per le ragazze i prezzi sono un po’ più alti (210 per una singola e 180 per una doppia) rispetto ai ragazzi (180 per una singola e 140 per una doppia), una differenza dettata dalla diversa zona in cui si collocano le facoltà solitamente scelte da ragazzi e ragazze. Per i ragazzi, infatti, le zone privilegiate sono Cittadella, Santa Sofia, Borgo, Fasano, Cibali e Centro Storico; mentre le ragazze scelgono spesso zone più centrali come Centro Storico, San Giuliano, Stesicoro, Piazza Teatro, zona Borgo, zona Vulcania, dove i prezzi sono leggermente più alti”.

L’indagine entra in dettaglio: a Cibali una singola “vale” 160-180 euro al mese, una doppia 140, un monolocale 280; in zona Cittadella-Santa Sofia si sale: da 190 a 210 per la singola, 160 la doppia, 350 il monolocale; in zona Benedettini-piazza Dante si va dai 170 ai 180 per la singola, 150 per la doppia, 300 per il monolocale; e, ancora, zona Fasano-via Santa Sofia alta (vicino alla facoltà di Agraria) si scende ai 150/170 per la singola, 130 per la doppia, 280 per un monolocale; si risale per vivere tra via Giuffrida e la zona residenziale di Vulcania: 180/200 per la singola, 160 per la doppia, 350 per il monolocale. Stessa media di prezzi per le zone Sangiuliano-Stesicoro-Teatro Massimo, Corso Sicilia-Umberto-XX Settembre e Borgo-piazza Roma: singola a 180/200 euro, doppia a 150, monolocale a 300. La zona più cara è invece quella di Corso Italia, nei paraggi della facoltà di Economia: una singola varia dai 220 ai 200, una doppia a 180 a posto letto, il monolocale a 350 euro al mese.

«Seppure al Sud i prezzi degli affitti siano meno del doppio rispetto per esempio a Milano (dove la media per una singola è 512 euro al mese) o Roma (la singola a 459 euro), per gli studenti fuorisede il problema è grosso – afferma Salvatore Nicosia, presidente di Federconsumatori Catania -. Lo studio fatto dal nostro Osservatorio nazionale compara infatti anche i costi totali da affrontare fra studenti che vivono nella città sede di ateneo con le famiglie e i colleghi fuori sede. E naturalmente c’è una notevole differenza». La spesa maggiore, comunque è sempre quella per l’alloggio che, oltre all’affitto, può comprendere spese per le utenze, acqua, luce, gas, riscaldamento, condominio quando non siano ricomprese nella locazione. «E’ sempre presente il fenomeno degli affitti in nero che non tutelano minimamente i ragazzi e le ragazze – aggiunge Nicosia -. Una vera e propria piaga che con la collega del Sunia, Giusy Milazzo, cerchiamo di combattere. Insieme possiamo dare allo studente tutte le informazioni necessarie su contratti di locazione e contratti per le eventuali utenze da attivare. Da quest’ultime scaturisce il 60% delle controversie che mettiamo in campo visto che siamo in un mercato che libero non è affatto. Vorremmo poter fare delle giornate di informazione all’interno delle università. L’anno scorso avevamo avanzato la proposta al rettorato dell’Università, ma le elezioni del rettore hanno in pratica fermato il progetto. Ci riproponiamo di farlo e ci mettiamo a disposizione degli studenti anche nelle nostre sedi».

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