La Sicilia e la risorsa – se non la manna – turismo. Ma sono davvero solo rosse e fiori, o la crescita dei turisti nell’Isola si traduce anche in un gigantismo che porta alla nascita di nuovi problemi o all’accrescimento di questioni che già si trascinano da tempo? Un interrogativo che il nostro quotidiano ha posto in evidenza nella sua edizione di domenica 28 luglio puntando i riflettori su due vicende, una relativa ad Aci Trezza – il borgo marinano del Catanese teatro della furia del Ciclope contro Ulisse ma anche dei Malavoglia di Verga – e l’altra che chiama in causa Marzamemi, centro turistico per eccellenza della zona sud aretusea secondo solo a Noto.
In particolare, Mario Barresi riferisce di una delibera dal Consiglio comunale di Aci Castello (Comune da cui dipende la frazione di Aci Trezza) la cui approvazione, sostiene l’ex sindaco Filippo Drago, «crea un pericolosissimo precedente, che dà il via libera all’assalto al territorio castellese». La delibera in questione è la numero 33 del 20 giugno scorso. Con la quale si autorizza il «progetto relativo all’ampliamento in variante al Prg previa deroga alla legge regionale n. 78/1976, della struttura turistico ricettiva denominata “Acitrezza Hotel Ciclope” di proprietà della ditta “Leonardi Antonino” nella qualità di ammistratore unico della “Leocam Società Immobiliare”, sita in Via Provincia n. 1/A e 1/B e 3 ad Acitrezza». Di fatto si tratta di un «procedimento di variante accelerata», con il quale si autorizzano «lavori di ristrutturazione con parziale demolizione e ricostruzione dell’immobile destinato ad attività ricettiva». Il provvedimento, fornito di tutti i pareri necessari, dà il via libera all’ampliamento dell’albergo «mediante la realizzazione di una sopraelevazione», con «un incremento di volume pari al 16%» (266,73 metri quadri), che porta l’immobile a una cubatura complessiva di 6.891,46 metri cubi. La plusvalenza porterà un contributo straordinario del privato al Comune pari al 50% del «maggior valore» generato dalla variante.
Quanto a Marzamemi, invece, è Sergio Taccone a riferire di luci e ombre legate al turismo, la cui crescita – anche se nell’estate in corso si registra un afflusso in calo – ha fatto diventare il borgo marinaro aretuseo un gigante dai piedi d’argilla. Le note dolenti, su cui si sta cercando di tamponare in attesa di soluzioni di lunga durata, arrivano innanzitutto dalla condotta fognaria che in pochi giorni è andata spesso in tilt, con sversamento di liquami in alcuni punti del centro abitato. Ma c’è anche la questione prezzi, con alcuni turisti che nei giorni scorsi mostravano uno scontrino con un importo di 37 euro per quattro colazioni…. Gli aspetti positivi riguardano un maggiore decoro all’interno del centro abitato, dove non si vedono più tavolini e sedie sistemati alla meno peggio come in passato, e l’eliminazione per ordinanza della situazione da discoteca a cielo aperto che si registrava in passato nella cosiddetta area della movida, con il pieno di decibel che scattava a partire da una certa ora.