Catania
Truffe ad anziani, dal finto incidente al falso mago: ecco come difendersi
Catania – «Siano i figli e i nipoti a mettere in guardia gli anziani da possibili truffe e raggiri di cui possono restare vittime, ricordando loro che non bisogna far entrare in casa sconosciuti, anche se questi si qualificano come forze dell’ordine o funzionari di enti e istituzioni; non si deve dar seguito a telefonate in cui qualcuno tenta di prendere appuntamenti; non bisogna andare da soli a uno sportello bancomat per prelevare del denaro o al supermercato a fare la spesa». La raccomandazione arriva dal capitano Roberto Martina, comandante della Compagnia dei carabinieri di Piazza Dante, i cui militari qualche giorno fa hanno arrestato un pregiudicato che aveva sequestrato una donna ultraottantenne, convincendola a salire in auto “perché sei amica della mia mamma, che, dopo tanti anni, vuole rivederti”, e poi rapinandola.
Martina illustra le modalità di raggiro più diffuse. Per esempio la “truffa del telefono”, che consiste in una telefonata a casa dell’anziano/a. Chi chiama dice alla malcapitata (di solito si preferisce parlare con le donne) che un familiare ha provocato un incidente, si trova in caserma ma c’è un modo per farlo uscire “pulito”: versare una cauzione a una persona che verrà a casa. L’anziana accetta, prepara il denaro e in men che non si dica il finto carabiniere o avvocato si presenta per riscuotere. E il gioco, pardon il raggiro, è servito.
C’è anche la truffa del finto pacco. Qualcuno chiama in casa, si finge il nipote e dice di aver ordinato un pacco con componenti elettronici che va ritirato e pagato ma non aperto. L’anziana accetta. E ancora. In casa si presentano finti addetti dell’Enel o del gas per proporre nuovi vantaggiosi contratti per i quali però serve un anticipo in contante. Molti ci cascano e pagano. Poi ci sono i finti maghi, quelli che suonano in casa e ti dicono che hai un malocchio. Entrano, con una scusa si fanno indicare i posti dove sono custoditi soldi e gioielli e li rubano. A casa si presentano anche finti impiegati dell’Agenzia delle Entrate per un falso rimborso. Una volta dentro raggirano gli anziani chiedendo copia dei versamenti effettuati dal contribuente, ma anche di visionare monili d’oro da portare in “detrazione”.
Può succedere anche che dopo un prelievo al bancoposta si presenti il truffatore, dicendo di essere un impiegato delle Poste e convincendo l’anziano a fargli verificare le banconote appena prelevate, perché c’è un errore. «In tutti questi casi – conclude il cap. Martina – se c’è anche un minimo dubbio che possa trattarsi di una truffa, bisogna subito chiamare il “112” e chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Si deve sempre ricordare che nessun ente o azienda di pubblica utilità manda personale a casa per il pagamento delle bollette o per altri pagamenti, e nessun ente manda dipendenti a casa per sostituire banconote false date erroneamente. «Diffidare da chi ci ferma per strada e chiede di controllare i nostri soldi o il nostro libretto della pensione anche se si tratta di una persona distinta e dai modi affabili».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA