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Tre aziende controllate, sei lavoratori in nero (e altre irregolarità): i carabinieri nei negozi di piente e fiori

I militari della Compagnia di Giarre, unitamente al Nucleo Ispettorato del lavoro di Catania hanno denunciato i titolari

Mario Previtera

12 Agosto 2024, 11:06

I carabinieri della Compagnia di Giarre, unitamente al Nucleo Ispettorato del lavoro di Catania, al termine di una serie di controlli anticaporalato hanno denunciato i titolari di tre società operanti nel settore florovivaistico perché ritenuti responsabili delle violazioni connesse alla formazione dei lavoratori, omessa tracciabilità delle retribuzioni nonché per aver impiegato lavoratori “in nero”.

In particolare, la prima attività ad essere ispezionata è stata quella di Fiumefreddo, in contrada Fossanoce a Fiumefreddo di Sicilia, intestata ad una 24 enne del posto, che si occupa della coltivazione di piante ornamentali. I 4 lavoratori che i carabinieri hanno sorpreso sul posto di lavoro non avevano un contratto d’assunzione regolare e non erano stati nemmeno sottoposti alla prevista visita medica, che certifica l’idoneità del lavoratore a quella particolare mansione. Per tali mancanze, oltre alla denuncia, la titolare dovrà pagare un’ammenda di circa 1.500euro.

Presso l’attività di un imprenditore 71enne di Riposto , invece, che si occupa di coltivazione e vendita di fiori recisi, i militari dell’Arma hanno riscontrato che un dipendente non era sottoposto alla visita di idoneità. Accertata anche la presenza di un lavoratore in nero. Spiccata una denuncia e comminata una sanzione di 1.423 euro; il titolare dovrà corrispondere una maxi sanzione di 3.900euro, con recupero di contributi I.N.P.S. ed I.N.A.I.L. pari a 800 euro.

Infine, presso una società agricola alla periferia di Riposto, i Carabinieri hanno denunciato il responsabile, un 45 enne, catanese, residente nel Comune marinaro, perché un lavoratore non era stato sottoposto alla sorveglianza sanitaria, altri due lavoratori non erano stati assunti con regolare contratto e, inoltre, l’imprenditore non è stato in grado di dimostrare la tracciabilità dei pagamenti degli stipendi negli ultimi 6 mesi. Per lui, oltre alla denuncia, anche una sanzione di quasi 12.000 euro.

La campagna di contrasto allo sfruttamento dei lavoratori e al fenomeno del “caporalato”, disposta dall’Arma di Catania, in sinergia con i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro - N.I.L., continuerà sull’intera provincia etnea – ed in particolare nelle aree rurali – anche nei prossimi mesi ed ha già portato, solo nell’ultimo anno, ad importanti risultati operativi. Nelle 40 aziende controllate sinora, è stata infatti accertata la presenza di oltre 55 lavoratori irregolari e 45 in nero, tra cui 6 cittadini extracomunitari. In aggiunta, all’esito di mirate attività info-investigative, il N.I.L. di Catania ha altresì effettuato 2 arresti in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Catania e 3 denunce per caporalato, a cui si sommano altri 6 deferimenti per violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.