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Trasporto turisti sul Vulcano, aspettando la libera concorrenza per Etna Nord

Di Francesco Vasta |

LINGUAGOSSA – Stavolta sembrerebbe quella buona. Pare infatti essersi finalmente liberato il campo per il debutto della libera concorrenza nel trasporto turistico sul versante Nord dell’Etna, legato all’appalto della strada che da Piano Provenzana conduce a quota 3000 passato per i territori di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia. Lungo la suggestiva pista sterrata, infatti, vengono compiute le escursioni ai crateri sommitali con l’ausilio di mezzi fuoristrada, affare fin dagli anni Settanta gestito dalla società Star in forza di una serie di concessioni esauritasi nel 2013. Da allora va avanti la disputa intercomunale sul modello gestionale da adottare negli anni a venire, controversia che, dopo ben due interventi dell’Autorità Antitrust, si è giocoforza incanalata su una precisa direzione: superare la gestione esclusiva e aprire il business a più imprese «al fine di introdurre criteri concorrenziali e superare affidamenti inerziali agli operatori storici – scriveva il Garante a febbraio 2016 – contribuendo anche allo sviluppo del settore turistico/ricettivo della zona».

Di questo e di un altro intervento dell’Agcm – una nota dello scorso dicembre che stabilisce come «Il regime autorizzatorio rappresenti la modalità più idonea per introdurre concorrenza nel mercato in questione» – adesso ha chiesto di tener conto il Consiglio comunale di Linguaglossa, votando poche sere fa un’apposita delibera su iniziativa del leader dell’opposizione Francesco Malfitana. Per qualcuno un dietrofront, poiché la stessa aula fino a pochi mesi si era espressa per varare una concessione esclusiva novennale; in realtà, più pragmaticamente, la riconsegna di una patata bollente – la stagione estiva si avvicina così come le Amministrative in entrambi i paesi, le escursioni non possono restare al palo – ai due sindaci, Rosa Maria Vecchio e Salvo Barbagallo. Così, dopo quattro anni ed un tira e molla degenerato anche in lite, a loro spetterà – visto peraltro che a Castiglione il Consiglio è stato sciolto – di lavorare proprio al varo del regime autorizzatorio, un sistema che accorderebbe a più imprese la licenza di trasportare i turisti ai crateri.

«Resto dell’idea che la concessione sia comunque un’alternativa legittima – chiarisce il sindaco di Linguaglossa Vecchio – adesso però, con la stagione alle porte ed i rilievi dell’Agcm, non più percorribile». I tecnici dell’ente lavorano dunque ad una sperimentazione del nuovo regime lunga due-tre anni, in forza di un bando aperto a cinque o più partecipanti. A rilasciare le autorizzazioni dovrà essere anche il Parco dell’Etna, che dovrebbe stipulare con i due Comuni un protocollo che «fissi chiaramente numeri e limiti su mezzi e autorizzazioni», aggiunge il sindaco. Rimane però azzerato il dialogo con Castiglione, sebbene comunque era stato proprio il primo cittadino Barbagallo a far saltare l’accordo – da qui la ruggine fra gli attori politici dei due centri – sulla concessione, schierandosi per il sistema a più imprese. «La verità è che si è perso tempo – chiosa Vecchio – avremmo potuto chiudere la partita 3 anni fa».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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