Il prof. Spina dice: «Considerato l’immobilismo sulla questione, mi sono chiesto se ci fossero criticità nel mio progetto e non ne ho trovate: migliora l’ambiente, toglie di mezzo il traffico, ha tempi certi, costa solo qualche milione, non danneggia l’estetica della città perché la base di un traliccio è di appena mezzo metro. Non vedo perché un progetto del genere che per Catania e provincia sarebbe una soluzione radicale non vada avanti e non si presenti all’Unione europea per il finanziamento. Faccio un esempio che tutti possono controllare e capire: a Trapani c’è la funivia che porta a Erice, il biglietto costa 0,70 centesimi e tutto funziona con piena soddisfazione generale. Perché non si deve fare altrettanto con una funivia da Catania fino ai paesi etnei? Sui tetti della funivia si possono perfino sistemare le biciclette, come si fa con gli sci. Tra l’altro con la funivia si potenziano i parcheggi scambiatori di Catania. Ad esempio, parto da Trecastagni, o da Pedara, scendo dalla funivia in via Vincenzo Giuffrida, prendo un autobus o il metro e poi torno alla base. Il mondo è pieno di funivie sia in montagna e sia in città. Sono nate occasionalmente, ma poi ne hanno scoperto la grande utilità nel trasporto urbano».
Ma forse una criticità c’è, e cioè, siccome la funivia passa e si ferma su alcuni paesi ci vorrebbe il consenso dei vari Comuni all’attraversamento, sia pure aereo. Insomma, forse un eventuale sì del Comune metropolitano potrebbe non bastare, e per convincere tutti ci vorrebbe la Provincia, che però da anni non c’è, è un fantasma che appare e scompare. Ma intanto il Comune metropolitano, in questo vuoto cosmico, perché non approfondisce questa possibile soluzione straordinaria per un problema straordinario? Turba il profilo della città? Gli ambientalisti sono perplessi? Chiariamo.
Tra l’altro in questo campo sono avanti alcuni paesi dell’hinterland taorminese. C’è infatti un progetto innovativo, affidato allo stesso prof. Spina, per collegare con una funivia i Comuni di Castelmola, Giardini Naxos, Letojanni, Gallodoro e Mongiuffi Melia. Queste cinque comunità fanno parte dell’unione dei Comuni, una formula partecipativa utile per proporre all’Unione europea e allo stesso governo di Roma dei progetti da sostenere e finanziare. Qualcuno si meraviglierà del fatto che non sia incluso il Comune di Taormina, ma per il sindaco di Castelmola Orlando Russo, «non ci sarà alcuna difficoltà a fare entrare anche Taormina nel progetto, non ho dubbi che il sindaco Giardina sarà al nostro fianco in questa importante sfida di sviluppo e ammodernamento del territorio».
Specifica il prof. Spina: «La funivia non serve solo ai turisti che possono guardare dall’alto il panorama, ma è un importante strumento trasportistico. Se io da Giardini Naxos debbo andare a Mongiuffi Melia faccio prima con la funivia. Abbiamo fatto uno studio dei flussi e l’affluenza c’è. Le cabine possono contenere fino a 150 persone, ma poi ci sono quelle più piccole da 18-20 che possono essere aumentate di numero a seconda del traffico. Nel progetto è prevista anche una seconda funivia per Taormina: esiste già quella che conduce a Porta Messina. Una seconda funivia sarebbe utile per portare la gente a Porta Catania e poi da lì basta poco per arrivare finalmente a Castelmola». Ma a Taormina come la pensano? Dice il sindaco Eligio Giardina: «Per Taormina non ci sarà nessun problema, tutto quello che serve ed è innovativo va benissimo».