E’ “il vertical green” del Tondo Gioeni di Catania il progetto vincitore di un riconoscimento (nella categoria B – green wall e visual identity) al premio internazionale “EcoTechGreen”, svolto a Padova nell’ambito della decima edizione del Forum che nel settore dell’architettura del paesaggio indaga e sviluppa il tema del verde tecnologico. Il progetto del giardino verticale si rivela insomma una primizia nel settore. Un motivo d’orgoglio per la Green Tech, giovane azienda catanese, che l’ha realizzato, inserendo innovazioni significative per lo sviluppo della struttura. Le parole che suggellano l’assegnazione del riconoscimento illustrano le peculiarità di quello che ad oggi è il “vertical green” più grande dell’intero Sud Italia. «Per aver, attraverso la realizzazione di una parete vegetale nel cuore di un’area di degrado di Catania (il muro lacerato dall’abbattimento del ponte ndr), costruito un nuovo elemento di centralità capace, attraverso il potere evocativo della vegetazione, di restituire una nuova identità al luogo». Giardino che si estende ai lati della fontana, creando un effetto scenico, soprattutto la sera, suggestivo.
Su oltre 80 candidature apprezzato l’ingegno dei professionisti catanesi che ricevono il premio, alla prima edizione, istituito dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, in collaborazione con Paysage, suggellato anche dalla pubblicazione di un articolo sulla rivista Topscape. «Tutto nasce dal progetto di riqualificazione urbana realizzato dall’architetto Ugo Mirone – confessa il direttore tecnico di Green Tech, Alessandro Marino – che prevedeva la realizzazione di una fontana artistica e del verde da accostare al monumento. Ringraziamo l’architetto per la costante presenza, per aver creduto in noi».
Il dottor agronomo paesaggista Filippo Aiello, project leader del progetto, e Alessandro Marino, giovane architetto paesaggista di 30 anni (ma anche giocatore di volley), hanno seguito la realizzazione dell’opera e non nascondono la grande soddisfazione per un progetto che «è stato apprezzato non solo dai tecnici ma anche dai cittadini».
I criteri usati nella realizzazione del progetto del vertical green si fondano sulla necessità di ottimizzare i costi: «Abbiamo realizzato – continua Marino – quadri vegetali alternati alle alberature di leyland. Sono state messe a dimora 500 piante per mitigare la vista dei primi due metri di muro. Complessivamente 3500 piante mediterranee, al fine di “modificare il volto” di circa 1000 metri quadrati di muro in cemento armato grezzo. Infine, sempre per il presupposto di base, è stato varato un sistema di illuminazione a led che ne privilegia l’aspetto artistico. Il giardino svolge pure una funzione ambientale in quanto assorbe pure le abbondanti polveri provocate dal traffico».
Il percorso dei giovani professionisti continua, con l’obiettivo di restare al passo con i tempi, ma anche di proporre soluzioni nuove: «Il premio è uno stimolo per continuare sulla strada intrapresa nel segno dell’efficacia del lavoro del team». Il futuro è una pagina ancora da scrivere, le prospettive non mancano di certo: «Elogiamo il fatto che Catania sia una delle poche, tra le principali città italiane, sembrerebbe aver capito che con il verde si ha un grande ritorno di immagine a fronte di un minor costo rispetto ad altri investimenti. Gli interventi di architettura del paesaggio consentono di cambiare il volto di una città, migliorandone la qualità della vita, con dei valori in bilancio che, rapportati ad altri comparti seppur necessari, appaiono esigui».
Anche l’ex sindaco Bianco ha avuto parole di soddisfazione per il premio: «Una delle più prestigiose riviste al mondo nel settore della progettazione di paesaggi, ha dedicato ampio spazio al giardino verticale che la mia amministrazione ha realizzato al Tondo Gioeni. Non solo. Il tanto deprecato intervento di arredo, con fontana e verde verticale, curato dall’architetto Ugo Mirone, è stato premiato a Padova. Oggi guardo con orgoglio a questi risultati e penso alle critiche che ho ricevuto per quello che abbiamo realizzato. E pure basterebbe ricordare com’era pericoloso ed orribile quel muro di cemento. Fra l’altro tutto è stato fatto in economia. Il Comune non ha speso neanche un euro di risorse proprie e adesso incassa anche questo prestigioso riconoscimento».