Catania
Test Università Catania: «Non serve 100 alla Maturità per accedere ai corsi»
Catania – Studenti e associazioni in allarme e famiglie in apprensione, per un voto in più o in meno alla maturità da cui può dipendere il futuro e l’accesso ai corsi a “numero programmato locale” dell’Università, metodo adottato anche quest’anno al posto dei test come precauzione anti Covid. Il rettore Francesco Priolo rassicura gli studenti, soprattutto i “non centisti”, e anche quelli molto lontani dal massimo voto di diploma. «Le preoccupazioni degli studenti possono essere fugate – spiega il rettore – l’ateneo di Catania ha nella sua offerta formativa ben 101 corsi, un numero molto elevato, di questi nello scorso anno accademico solo 25 sono stati ad accesso programmato locale, cioè con un numero massimo predefinito di iscrizioni per garantire qualità della didattica, aule, spazi e laboratori, mentre gli altri sono rimasti tutti ad accesso libero. Quest’anno con la nuova offerta formativa otto corsi ad accesso programmato sono passati ad accesso libero, e dunque solo 17 su 101 totali sono rimasti ad accesso programmato, comunque con mille posti in più rispetto al passato, l’anno scorso come quest’anno, tanto che l’aumento delle immatricolazioni è stato nel 2020/21 del 25%».
Studenti, associazioni e famiglie sono preoccupati che il voto di diploma possa precludere speranze e inclinazioni, magari solo per qualche centesimo in meno. «La critica è avere adottato come l’anno scorso il voto di maturità, per evitare l’assembramento dei test, come criterio di selezione, ma va detto che l’anno scorso su 25 corsi ad accesso programmato, in quasi tutti alla fine dopo gli scorrimenti è bastato anche il minimo, cioé 60/100, dunque nessuno è stato escluso. Questo tranne in 5 corsi di studio molto richiesti, su un’offerta di 101, in cui c’è stata una barriera, ma neanche qui è stato necessario il 100, infatti è bastato il voto di diploma di 70/100 per ottenere l’accesso ai corsi».
Per esempio?
«Il corso tra i più richiesti è stato Economia aziendale, dove alla fine dopo gli scorrimenti si è entrati con 70/100, ciò perché non possiamo in questo caso andare oltre le 500 immatricolazioni. Altro corso ad accesso programmato molto richiesto è stato Scienze e tecniche psicologiche, dove l’anno scorso si è entrati con 75/100, quindi in ogni caso non bisogna essere centisti. L’accesso programmato – aggiunge il rettore Priolo – è dovuto alla necessità di garantire agli studenti adeguati standard dell’offerta formativa, che intanto stiamo puntando a migliorare in base alle richieste, tanto che siamo riusciti a diminuire quest’anno 8 corsi ad accesso programmato, in base al potenziamento del numero di docenti e delle aule, con un bilanciamento che non rende più necessario l’accesso programmato».
E quest’anno?
«Avremmo voluto tornare all’accesso tramite test per questi 17 corsi, ma Senato accademico e Cda a larghissima maggioranza hanno giustamente mantenuto il criterio del voto di diploma, per evitare ogni possibile assembramento. Diversi altri atenei hanno fatto lo stesso, come le prestigiose università di Parma e Pisa, mentre atenei più vicini a noi, come Messina e “Magna Grecia” di Catanzaro selezionano in base all’ordine cronologico. L’anno prossimo abbiamo tutta l’intenzione di tornare ai test, che peraltro hanno suscitato nel 2018/19 e 2019/20 anch’essi delle critiche, per il fatto che “non si può decidere il futuro di uno studente in 100 minuti”, ma alla fine un criterio bisogna adottarlo. Un altro metodo possibile è il talk a casa, test online da remoto con doppio dispositivo e telecamera, metodo che però preclude le pari opportunità e magari anche le aspettative dei centisti, infatti se anche per un solo secondo si interrompe la linea, e nei nostri territori questo succede, lo studente viene escluso».
Molto dipende dallo scorrimento
«All’inizio può sembrare che tutti i posti siano destinati ai centisti, ma in realtà gli studenti fanno domanda anche per sei o sette corsi, e quando devono scegliere si liberano posti e scendono anche i voti che consentono di accedere».
Molti studenti temono l’esclusione dopo aver già iniziato dei percorsi di studio
«Gli organi di governo dell’ateneo stanno predisponendo la possibilità di accesso al secondo o al terzo anno anche per coloro che l’anno scorso o due anni fa, pur non essendosi potuti immatricolare, hanno seguito corsi singoli, e hanno sostenuto con profitto i relativi esami, dunque si sono portati avanti nella carriera universitaria, e a questo punto potranno accedere ai posti liberi del secondo e terzo anno. Chi persevera – conclude il rettore Priolo – ha comunque la possibilità di accedere, se ha dato le materie comprando i corsi singoli e ha dimostrato vocazione allo studio in quel campo andrà avanti senza perdere nulla».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA