Predicava e invocava la Guerra Santa contro gli infedeli ed esaltava l’Isis e lo Stato islamico: «fare pulizia a Milano, in Calabria …». Ma stavolta non è un immigrato di seconda generazione cresciuto nelle Banlieu parigine o nei sobborghi di Bruxelles. Si tratta di un catanese di 32 anni. Giuseppe D’Ignoti che è stato arrestato dalla Digos di Catania su delega della Direzione Distrettuale Antimafia etnea che gli ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Catania. Giuseppe D’Ignoti (nella foto) è accusato di apologia del delitto di terrorismo mediante strumenti telematici.
D’Ignoti, dopo aver incitato alla Jihad ed invitato ad uccidere gli infedeli ed a conquistare l’Occidente, ha in diversi casi suscitato la disapprovazione da parte di molti degli altri partecipanti, ma secondo lui quelli che la pensavano esattamente così erano presenti in modo capillare sul suolo italiano e pronti ad agire. Significativi alcuni tratti delle intercettazioni telefoniche in cui D’Ignoti più volte inviava gli inni in favore dell’Isis ed incitava a prendere un fucile o un coltello ed andare ad ammazzare qualcuno ovvero a “fare pulizia a Milano, in Calabria …” manifestando odio verso qualsiasi cosa rappresentasse l’Occidente. Gli accertamenti tecnici e l’analisi forense digitale eseguiti dalla Polizia Postale di Catania sulla memoria del telefono e sulla cronologia del browser del suo pc hanno consentito di accertare la presenza di numerosi inni, immagini e video in favore dello Stato Islamico inviati ad altri. Tutti i file che erano stati cancellati da D’Ignoti comunque, sono stati recuperati dalla Polizia Postale. Tra questi quello di Giulia Sergio, detta Fatima, la ragazza italiana che ha aderito alla Jihad trasferendosi nel 2015 in Siria e che è stata condannata per terrorismo, nonché un video di fustigazione delle donne sotto le leggi della Sharia.
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D’Ignoti si era convertito all’Islam radicale all’interno del carcere di Caltagirone nel 2011 quando stava scontando una pena di anni 5 per violenza sessuale. Il suo mentore era stato il cittadino marocchino Aziz Sarrah, allora 31enne, poi rimpatriato nel 2017 dall’Italia poiché trovato in possesso di un vessillo dell’Isis.