Catania
Stupro Catania, restano in carcere i tre giovani accusati della violenza
CATANIA – Il Tribunale del riesame di Catania, presieduto da Sebastiano Mignemi, ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei tre giovani arrestati per violenza sessuale su una 19enne statunitense: sono Agatino Valentino Spampinato, Salvatore Castrogiovanni e Roberto Mirabella. I giudici hanno così respinto l’istanza avanzata dai legali degli indagati, che avevano sollecitato l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip segnalando alcune presunte «contraddizioni» nell’inchiesta. Le motivazioni saranno rese note entro 45 giorni.
La Procura di Catania ha richiesto al Gip Simona Ragazzi un incidente probatorio con la deposizione della diciannovenne statunitense, assistita dall’avvocato Mirella Viscuso, che dovrebbe nei prossimi mesi tornare appositamente in Italia per un confronto con i tre giovanni accusati di aver violentata.
Anche se bisogna ancora leggere le motivazioni, il Tribunale del riesame non ha quindi giudicato sufficienti le controprove portate dai legali difensori dei tre giovani, soprattutto le tracce biologiche, di liquido seminale, trovate dai carabinieri del nucleo speciale nella ricognizione effettuata qualche giorno fa in una zona dell’androne della palazzina dove ha abitato, ospite di una famiglia della città, la diciannovenne americana che il 15 marzo scorso ha denunciato una violenza sessuale di gruppo subita dai tre coetanei. Agatino Valentino Spampinato è difeso dall’avvocato Giovanni Avila, insieme con la collega Monica Catalano. Gli altri difensori sono gli avvocati Luigi Zino e Maria Luisa Ferrari.
«Quelle tracce sono un risultato oggettivo – aveva spiegato l’avvocato Giovanni Avila, difensore, insieme alla collega Monica Catalano, di Agatino Valentino Spampinato -. Se importante o meno dovrà essere valutato dal Tribunale insieme a tutti gli altri elementi che emergeranno o che sono già emersi nell’inchiesta. Questa traccia però coincide con il racconto fatto dallo Spampinato post violenza. Le valutazioni però non spettano a noi».
E il Tribunale non ha ritenuto fosse abbastanza per disporre la scarcerazione, così come non sarebbero state sufficienti le contraddizioni contraddizioni dei racconti della ragazza evidenziate dai difensori degli indagati. Tra queste il luogo da cui la vittima dice di avere inviato i messaggi vocali e le richieste di aiuto e poi l’elenco e il risultato delle telefonate inoltrate e ricevute; fino al ritorno in centro città della vittima, rientrata con la stessa auto e insieme ai suoi tre presunti aguzzini e che dopo una sosta in un pub diverso dal primo e con uno dei tre, venne riaccompagnata da quest’ultimo in scooter a casa. Anche in questo caso ci sarebbero discordanze. Il ragazzo sostiene di averla accompagnata fino a casa, tanto da essere entrato poi nell’androne. La ragazza invece avrebbe raccontato di essersi fatta lasciare in zona Corso Italia, nei pressi dell’abitazione, raggiunta poi a piedi.
L’avvocato Avila ci tiene a sottolineare però come durante tutte le discussioni nessuno abbia mai messo in dubbio, o criticato, o censurato il comportamento della ragazza. «Lei ha vissuto un fatto importante – specifica Avila – la ragazza ha vent’anni, ma è altrettanto importante la carcerazione che stanno vivendo anche altri tre ventenni». Per la difesa un’altra cosa da sottolineare è che i tre indagati forniscono da subito un’unica versione dei fatti, senza contraddirsi e sono gli unici che mantengono nei loro telefonini tutti i dati, senza alcuna cancellazione o alterazione.
Ora l’attesa è per l’incidente probatorio che metterà faccia a faccia la ragazza statunitense e i tre giovani catanesi accusati di averla stuprata.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA