Stupro alla Villa Bellini, la sentenza: 12 anni e 8 mesi all’egiziano che ha abusato per primo della tredicenne

Di Laura Distefano / 25 Ottobre 2024

Condannato a 12 anni e 8 mesi il giovane egiziano, componente del branco, che ha stuprato per primo la tredicenne nei bagni della Villa Bellini, a Catania, lo scorso agosto. La gup Giuseppina Montuori ha letto pochi minuti fa il dispositivo. La pm Anna Trinchillo e il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, stamattina, hanno chiesto una condanna a 14 anni.

La giudice ha anche condannato l’imputato al risarcimento del danno alla ragazzina violentata, che si è costituita assieme ai genitori con l’avvocato Cecilia Puglisi, stabilendo una provvisionale di 50.000 euro e rinviando al procedimento civile per stabilire l’ammontare del danno. Provvisionale di 20.000 euro invece per il risarcimento nei confronti del fidanzatino, che è assistito dall’avvocato Eleonora Baratta. L’udienza preliminare stamattina si è aperta con una serie di eccezioni sulle parti civile sollevate dalla difesa, che sono state rigettate con una lunga e articolata ordinanza. Poi sono cominciate le discussioni: dopo la requisitoria della pm, è stato il turno dei legali delle due vittime e degli avvocati delle associazioni che si sono costituiti parte civile nel procedimento.

La prima sentenza: sono sette gli imputati

Questa è la prima sentenza di questa inquietante vicenda avvenuta nel clou dei festeggiamenti agatini. Sono infatti sette gli imputati accusati degli abusi. Due non avevano ancora compiuto la maggiore età: per loro si sta procedendo con due processi (uno ordinario e uno abbreviato) davanti al Tribunale dei Minorenni. Gli altri quattro maggiorenni, invece, stanno affrontando il dibattimento davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Catania. Il giovane condannato, oggi, sarebbe stato il primo ad abusare della tredicenne. A inchiodarlo, oltre alle indagini svolte dai carabinieri, sono state le tracce di Dna trovate negli indumenti intimi della minore. Il branco prima circondò la giovane coppia, poi bloccò il fidanzato per fermare ogni tentativo di difesa nei confronti della ragazzina che chiusa in bagno è stata violentata da due del gruppetto. La tredicenne, dopo il secondo abuso, riuscì a scappare assieme al fidanzato. Una volta raggiunta l’entrata principale del giardino comunale che si affaccia da via Etnea chiese aiuto ad alcuni passanti, ma poi fu colta da un malore. Il ragazzo intanto chiamò le forze dell’ordine. Nelle ore successive, uno dei ragazzi egiziani decise di presentarsi alle autorità per raccontare di quanto avvenuto. Anche se diede una versione non del tutto riscontrata poi dall’inchiesta. Ma la sua collaborazione permise di individuare i sospettati e poi procedere ai fermi. Inoltre la tredicenne e il fidanzato li indicarono con il confronto all’americana.

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Pubblicato da:
Leandro Perrotta