Il campionario degli ostacoli che tradizionalmente e con alterni risultati vanno affrontati in questo periodo è molto vario, e nella speranza che gli attesi impianti fognari diventino presto una realtà, con relativi collegamenti alle utenze catanesi che risultano oggi allacciate per appena un venti per cento o poco più, c’è intanto da registrare il ritardo nei lavori di realizzazione del secondo dei due solarium del Lungomare, quello di Ognina, dove non è stato possibile rispettare l’ulteriore scadenza che l’Amministrazione comunale aveva fissato, quella della fine di giugno, o comunque del primo weekend di luglio che si conclude oggi. Il lavoro non è poco, anche se dopo l’ultimazione della piattaforma di piazza Europa e della passerella di San Giovanni li Cuti l’impresa ha provato un’accelerazione che non ha però consentito di centrare l’obiettivo, anche perché, tra tutte le altre cose, anche le condizioni meteo marine non sono state ideali per portare avanti più rapidamente il cantiere. «Il mare è stato spesso agitato negli ultimi giorni e questo ha reso il montaggio più difficoltoso – dice l’assessore D’Agata – adesso contiamo di completare i lavori entro sabato prossimo». I problemi non mancano neanche alla Plaia, e a questi si aggiungono alcuni allarmanti episodi. «Abbiamo registrato dei danneggiamenti alle docce, maniglie e arredi delle spiagge libere – lamenta l’assessore D’Agata – e anche dei furti di alcune boe».
Insomma l’ennesima complicata estate catanese, che si conta di recuperare in corsa, anche dotando dei necessari servizi igienici la piattaforma di piazza Europa, per esempio, visto che i bagni chimici provvisoriamente sistemati all’ingresso della struttura (e non c’era peraltro alternativa) non rendono particolarmente gradevole ai bagnanti l’accesso al solarium.
C’è intanto da registrare che la terza sezione del Tar di Catania ha accolto il ricorso inoltrato dalla ditta “Fraggetta Giuseppe”, a cui la scorsa estate il Comune aveva revocato l’aggiudicazione provvisoria della gestione di spiagge libere e solarium, con relativi parcheggi e bar nelle cinque strutture. Provvedimento generato dalle controversie tra Comune e impresa nell’estate del 2015, che l’impresa ha confutato e a cui lo scorso anno si oppose, fino a ottenere adesso l’annullamento di quel provvedimento, con una sentenza che il Tar ordina sia “eseguita dall’autorità amministrativa”.