Zafferana Etnea (Catania) – Solo oltrepassando la “zona rossa” di Fleri ci si rende conto dell’entità dei danni, della distruzione che ha provocato il sisma della notte di Santo Stefano.
I mezzi di soccorso dei vigili del fuoco sostano nella piccola piazza, una sorta di cabinato funge da centro di raccolta per le segnalazioni. Più avanti lo spiegamento di forze dell’ordine impedisce l’accesso ai curiosi. Raccomandano di camminare al centro della strada, perché non c’è una sola abitazione che non sia transennata: muri crollati, macerie, case piegate ad arco su stesse. Ciascuna di queste case racconta una storia, la storia di una vita e, talvolta di un dramma nel dramma come quello della giovane Maria Giovanna Foti: «Ho acquistato la casa tredici giorni fa. L’appartamento – dice indicando un piccolo balcone al primo piano accanto alla casa rosa piegata ad arco – è stato costruito dopo il terremoto dell’84 con criteri antisismici, come si evince dalla concessione edilizia del ’92. È crollato un muro portante e ci sono stati altri danni considerati di lieve entità. La scossa dell’altra notte però ha indebolito la struttura e ora necessita di lavori importanti. Essendo separata e con due bambini piccoli avevo deciso di acquistare questa casa per essere vicina a mia madre. «Lei – continua indicando due case più avanti – ha perso tutto e ora siamo ospiti di mia sorella, a Trecastagni. Appena riuscirò a fare questi lavori porterò mia madre a vivere con me».
La natura ha le sue ragioni, ma spesso gioca con il destino degli esseri umani. Nella frazione di Pennisi il quadro, seppure meno drammatico, non cambia. Giancarlo Di Mauro è dalla notte del sisma che non vede i suoi figli. «Dormo in macchina vicino alla casa per paura di atti di sciacallaggio, anche se le auto delle forze dell’ordine girano in continuazione. Adesso mi preoccupa il cavo della luce elettrica (si tratta di un cavo stradale puntellato nel fianco destro della chiesa visibilmente pericolante, ndr) se dovesse venire un’altra scossa, si rompe e tutto il paese rimane al buio».
Da ieri è stato dichiarato inagibile anche il plesso scolastico di Pennisi appartenente all’istituto comprensivo Giovanni XXII di Acireale. La dirigente Alfina Bertè aveva chiesto subito i sopralluoghi per avere il tempo di organizzarsi e garantire la sicurezza e le lezioni ai suoi alunni: «La scuola di Pennisi è stata dichiarata inagibile, mentre quella di Fiandaca potrà riprendere le lezioni – dichiara la Bertè –. Ho seguito personalmente i sopralluoghi, il plesso di Piano d’Api ha le pareti esterne piene di crepe e se prima non verranno a fare i saggi non si potrà entrare. Il plesso di Santa Maria delle Grazie ha subito danni solo nella sala biblioteca le aule, mi dicono che sono agibili. Grazie a Dio – conclude – i plessi di Aci Platani compreso quello di via Messina se pur vicino alla strada attraversata dalla crepa apertasi ieri, sono agibili e non presentano problemi».
Intanto il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, si è recato in visita nella frazione di Pennisi accompagnato dalle istituzioni e accolto dai residenti. Un gesto di conforto per un luogo duramente colpito. Nella frazione di Aci Platani crescono i danni. Le abitazioni coinvolte, da tre sono salite a sette e le famiglie sfollate sono dieci. A seguito della scossa e in maniera inaspettata si sono aperte delle fratture cosiddette di riflesso, che hanno provocato crepe che, partendo dalla strada hanno raggiunto l’interno delle case, seguendo il percorso dal pavimento a salire lungo i muri interni. Gli acesi pur non avendo subito danni (escluso Aci Platani) vivono in questi giorni il disagio della paura. Sono in molti, infatti, quelli che raccontano di non riuscire a dormire la notte, di svegliarsi di soprassalto al minimo rumore, pensando con terrore al Capodanno per via dei botti. Don Vittorio Rocca, intanto, ha comunicato che il primo gennaio giornata in cui iniziano i festeggiamenti di San Sebastiano, non verranno accesi fuochi d’artificio. Per giorno 20, invece, non vi è al momento nessuna comunicazione.
Molti sono i luoghi di culto che in questo momento risultano inagibili. La Diocesi di Acireale fornisce un elenco dettagliato: nelle frazioni acesi sono coinvolte le parrocchie di S. Maria del Carmelo a Pennisi, S. Maria della Misericordia a Piano d’Api, S. Maria del Monte Carmelo ad Aci Platani, S. Maria delle Grazie a Fiandaca. Ad Aci Catena riportano lesioni interne e inagibilità del Comune la parrocchia Maria SS. della Catena, S. Lucia e S. Maria della Consolazione. Danni strutturali sono nelle parrocchie di Santa Maria la Stella e a Santa Venerina Centro, nella parrocchia S. Venera (Chiesa Madre), Sacro Cuore di Gesù, con un distacco delle guglie, mentre la parrocchia Maria Vergine della Catena, Maria Vergine e S. Maria del Lume a Linera hanno riportato danni strutturali.