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Sisma 4.6: lunga notte di paura da Biancavilla a Catania Gente ancora sotto choc

Redazione La Sicilia

06 Ottobre 2018, 10:50

Catania - Una lunga notte di paura. A Santa Maria di Licodia, Biancavilla, Adrano, Paternò la scossa di magnitudo 4.6 (ndr questo il dato rivisto dall'Ingv dopo la prima diffusione di 4.8), rilevata dai sismografi dell'Ingv di Catania alle 2.34 della scorsa notte, ha fatto particolarmente paura. Secondi che sembrano non finire mai e il terrore di ciò che potrebbe succedere. Il terremoto, che ha causato feriti soltanto da choc, è stato nitidamente avvertito anche a Catania, a Siracusa e fino a Messina, ma l'epicentro è stato localizzato ad un chilometro dal comune etneo di Biancavilla. Per i vigili del fuoco del distaccamento di Catania, sul posto poco dopo l'allarme ricevuto, "i danni sono stati contenuti e limitati a vecchie abitazioni, cornicioni di chiese e muri di vecchie case in muratura".


Sono giunte 50 richieste di intervento per crolli parziali, distacco di intonaci e cornicioni e verifiche di stabilità, 40 delle quali già eseguite. In azione ci sono sette squadre operative, tecnici e mezzi speciali. A Biancavilla i controlli sono stati effettuati anche nell’ospedale, nella Chiesa Madre dell'Idra e nella caserma dei carabinieri. A Santa Maria di Licodia verifiche in un edificio storico adibito a museo.

«Sto seguendo costantemente, attraverso la Protezione civile regionale che si è subito attivata, il lavoro di ricognizione che si svolge nell’area etnea a seguito della scossa di terremoto della scorsa notte - ha dichiarato il presidente della Regione Nello Musumeci -. Dai primi accertamenti non risultano danni alle persone, tranne pochi contusi, ma soltanto ad alcuni fabbricati nella zona fra Biancavilla e Santa Maria di Licodia. E’ stata disposta la momentanea chiusura di due edifici sacri, in attesa di ulteriori e approfondite verifiche. In mattinata il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti sarà a Biancavilla per un incontro operativo con i sindaci della zona».

Il Questore di Catania, Alberto Francini, si è recato nei comuni colpiti dal terremoto.

«Il terremoto è avvenuto in una zona ad alta pericolosità sismica, interessata sia dalla sismicità legata all’attività del vulcano Etna sia da eventi di origine tettonica che possono raggiungere magnitudo elevata, come nel caso del 1818 quando si ebbe un evento di magnitudo pari a 6.3», sottolinea l’Ingv sul sisma con un ipocentro a 9 chilometri di profondità.
Il sisma è stato preceduto e seguito da eventi di minore energia, il più forte dei quali, alle 02:59, ha raggiunto 2.5 di magnitudo.