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Sindaco sospeso, lettera di Pogliese ai catanesi: «Non sono Schettino, non lascio la nave»

Di Redazione |

Il sindaco di Catania Salvo Pogliese, da ieri sospeso dall’incarico su provvedimento del prefetto di Catania dopo la sentenza di condanna del Tribunale di Palermo per peculato a quattro anni e tre mesi di reclusione nell’ambito del processo per “spese pazze” all’Ars, scrive una lettera alla città:

“Ai cittadini di Catania, il commovente affetto che in ogni modo possibile mi viene tributato in queste ore da tantissimi catanesi, mi risarcisce dalla grande amarezza per una sentenza profondamente ingiusta e sbagliata che ho dovuto subire, ma che rispetto e osservo. Tutto credevo potesse capitarmi nella vita, ma non mi sarei mai immaginato di dover dar conto della mia adamantina dirittura morale per cui ho investito tutta la mia esistenza umana e politica. E tuttavia, la sfida in cui mi sono cimentato nel giugno 2018 per salvare Catania dal disastro in cui era precipitata, mi richiama a rinnovare il gesto d’amore verso la mia città. La stessa per cui non ho esitato a lasciare la comoda poltrona di deputato europeo (con una contestuale decurtazione dell’80% della mia indennità e rinunziando alle tutele giuridiche che quel ruolo mi avrebbe garantito…) per una missione dura, difficile ma esaltante. 

In questi due anni abbiamo corretto la rotta di una barca in balia del mare in tempesta per un dissesto decretato dalla Corte dei Conti ancora prima del mio insediamento a sindaco; abbiamo salvato la città dall’emergenza economica e sociale (grazie all’approvazione di quel famoso emendamento al decreto crescita che ha evitato 1.300 licenziamenti e la mancata erogazione per 6 mesi di 5.000 stipendi…), abbiamo stabilizzato 200 precari che da 30 anni aspettavano invano quel momento; abbiamo assunto, cosa mai accaduta in un comune in dissesto, 40 autisti dell’Amt ; abbiamo avviato le procedure selettive per un concorso per l’assunzione di 30 agenti della polizia locale con una selezione solo per titoli (cosa mai accaduta al Comune di Catania ) che garantirà assoluta trasparenza e massima celerità; abbiamo aperto il Comune a un dialogo senza barriere di alcun tipo con la Città; abbiamo messo in campo un effettivo piano di risanamento finanziario e di progettualità urbanistica con l’approvazione delle linee guida del Prg che la nostra città aspetta da oltre 50 anni, e con un bilancio finalmente veritiero e già all’esame del Ministero dell’Interno.

Abbiamo puntato su un nuovo modello di sviluppo che mirasse soprattutto sul turismo triplicando gli introiti della tassa di soggiorno (da 900.000 a 2.500.000 euro) e approvando per la prima volta in Italia 3 regolamenti sul turismo congressuale, sportivo e scolastico miranti a elargire contributi in base al numero determinato da questi eventi; abbiamo predisposto un nuovo modello amministrativo che ci permette di rilasciare la licenza edilizia in 24 ore (primo comune in Italia); abbiamo regalato ai nostri concittadini e a tantissimi turisti grandi concerti, luminarie e mercatini artigianali durante le festività natalizie grazie alla sinergia con i  privati  e alla loro generosità senza incidere di un euro sul bilancio del comune; abbiamo affrontato l’emergenza del Covid 19 aiutando concretamente i catanesi in difficoltà con la splendida iniziativa di Catania aiuta Catania che ha registrato la generosa partecipazione di oltre 1.700 nostri concittadini; con significative riduzioni della tassa di occupazione del suolo pubblico e della tari per le imprese, con la sospensione per 3 mesi degli stalli a pagamento e della tassa di soggiorno.

Un cammino virtuoso che solo degli sciagurati e degli irresponsabili possono auspicare venga traumaticamente interrotto da un lungo commissariamento, in una città ancora pesantemente segnata dall’emergenza Covid-19. Catania ci richiama alla responsabilità e per questo, anzichè fermarsi ritengo debba invece inserirsi una nuova marcia: quella della generosa passione per rilanciare lo straordinario cammino fin qui compiuto senza risparmio di energie. Per me sarebbe molto più semplice abbandonare la nave nel mare in tempesta, per dare serenità a me stesso e alla mia famiglia, ma l’interesse della mia amata Catania mi spinge a fare altro e io non sono Francesco Schettino!COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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