Catania – La conferma della condanna di primo grado, 25 anni di reclusione, è stata chiesta al termine della requisitoria (durata un paio di ore) dal sostituto procuratore generale Angelo Busacca, al processo d’appello a Salvatore Di Grazia, accusato di omicidio e occultamento del cadavere della moglie, Mariella Cimò, 72 anni, svanita nel nulla dal 25 Agosto del 2011 dalla loro abitazione di San Gregorio (sebbene il suo cadavere non sia mai stato ritrovato). Il processo si celebra davanti ai giudici della corte d’assise d’appello (presidente Elisabetta Messina, a latere Sabrina Lattanzio). Prossima udienza il 27 maggio quando prima della difesa toccherà alle parti civili.