Catania
Scie di schiuma in mare immagine incubo a Ognina
Il risultato di tutto questo si è materializzato ieri mattina, sotto forma di una lunghissima scia di schiuma galleggiante sulle azzurre acque di Ognina, con relative macchie oleose, tanto per scoraggiare gli ultimi bagnanti di un’estate davvero tormentata, tra i ritardi e le polemiche che hanno accompagnato la breve stagione dei solarium.
Non è stata certo la prima volta in cui l’inquinamento delle nostre acque si è manifestato in maniera tanto evidente e preoccupante, tuttavia la scia schiumosa che ieri ha galleggiato a ridosso della costa rocciosa del lungomare è stata di estensione e lunghezza superiore rispetto al passato, segno che probabilmente diversi fattori hanno concorso a determinare una situazione di tale allarme. In ogni caso, al di là della possibilità di scarichi irregolari da parte di strutture private, vi è purtroppo la certezza che deriva dal fatto che in città appena il venti per cento delle utenze è regolarmente allacciato alla rete fognaria, mentre tutto il resto scarica a perdere nel sottosuolo, o peggio in mare. L’intero quartiere di San Giorgio è completamente privo della condotta, che dovrebbe essere realizzata nell’ambito del completamento della rete fognaria della città e dell’adeguamento del depuratore di Pantano d’Arci, opera compresa nei progetti del “Patto per Catania”, contrassegnata però da un “semaforo giallo”, perché i 213 milioni del primo lotto, finanziati dal Cipe e da integrare con altri fondi, sono al momento bloccati. Anche un’altra opera strettamente collegata alla tutela del nostro territorio e dell’ambiente è d’altra parte da oltre otto mesi ferma per il mancato pagamento dei crediti maturati dall’impresa, che aveva quasi ultimato la bonifica del vecchio allacciante della città, ma ha dovuto interrompere i lavori nella fase cruciale e conclusiva, sotto la storica via Crociferi, dove c’è ancora un tratto della vetusta condotta da ricostruire interamente per garantire il deflusso delle acque reflue fino al depuratore della zona industriale.
Si tratta di questioni che inevitabilmente incidono sulla “salute” del nostro mare, specie quando l’estate richiama maggiori presenze nelle zone costiere e balneari. D’altra parte, la stessa problematica di Aci Castello, che attende al più presto l’avvio dei lavori per l’altra incompiuta cronica, la condotta che da Capomulini s’innesterà proprio al vecchio allacciante della città, ricade inevitabilmente anche sulla costa catanese. Non resta che sperare nel rapido avvio dei lavori per queste infrastrutture, senza le quali nessuno può escludere avvistamenti da incubo di non meglio precisate scie e schiume galleggianti in mare.
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