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Scandalo Sanità, l’ex assessore regionale Scavone prosciolto, processo per Razza e altri 10

La decisione del gup del Tribunale di Catania sull'inchiesta su presunte irregolarità in alcuni concorsi e nomine

Di Laura Distefano |

Il Gup di Catania Carlo Cannella ha emesso la sentenza sullo scandalo che l’anno scorso aveva investito il mondo politico e sanitario catanese. Il giudice ha condannato i due imputati che hanno optato per il rito abbreviato. Per Aldo Missale, ex direttore amministrativo dell’Ordine dei medici di Catania (accusato di corruzione), pena di sei anni e 8 mesi e risarcimento di 30mila euro per ciascuno dei tre enti pubblici costituiti parte civile. Mentre Calogero Grillo, un medico accusato di turbativa d’asta, otto mesi.

Il Gup ha invece prosciolto l’ex assessore regionale alla Famiglia Antonio Scavone che era accusato di turbativa d’asta e che, a causa dell’inchiesta, aveva lasciato il suo posto direttivo al Garibaldi.

Rinviati invece a giudizio l’ex assessore regionale alla Salute e neo parlamentare europeo Ruggero Razza, e altre 10. Rinviati a giudizio anche Ignazio ‘Igo’ La Mantia, ex presidente dell’ordine dei medici, e Giuseppe Arcidiacono, dirigente medico dell’ospedale Garibaldi ed esponente di Fdi che si era candidato a sindaco per poi ritirarsi. Gli altri rinviati sono Alberto Bianchi, Filippo Di Piazza, Sebastiano Felice Agatino Ferlito, Rosalia Maria Leonardi, Eugenio Pedulla’ , Ernesto Guido Rapisarda, Francesco Lo Re e Daniele Sorelli. Il processo si aprirà il 12 settembre davanti alla III Sezione Penale del Tribunale di Catania.

Al centro dell’inchiesta un’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale su incarichi nell’ambito di progetti finanziati e approvati dall’assessorato alla Salute della Regione Siciliana attribuiti a “predestinati” o a dei congiunti attraverso bandi predisposti ad hoc ed esami pilotati nel concorso per la nomina a direttore amministrativo dell’Ordine dei medici di Catania.

«Nessuna sorpresa – ha detto Ruggero Razza – nel nostro sistema processuale l’approdo al dibattimento è la regola, non l’eccezione. Sono ansioso di potermi sottoporre al giudizio di merito, perché la mole di documenti e prove che abbiamo prodotto è la dimostrazione diretta della insussistenza della contestazione. Certo, un po’ dispiace perché tutte le più recenti sentenze della Cassazione unanimemente impongono la configurabilità del reato di turbativa solo all’acquisto di beni e servizi, escludendola in casi analoghi a quello che mi viene contestato. Ma sono molto fiducioso e, trattandosi di fatti risalenti negli anni, posso solo sperare che i tempi della giustizia siano davvero rapidi perché, da soggetto del tutto incensurato e dal casellario immacolato, non desidero rivendicare la presunzione di innocenza, ma che la mia innocenza venga accertata dal Tribunale. Resta in me la radicata convinzione che chi ha svolto ruoli di grande responsabilità debba avere l’umiltà di accettare che ogni sua decisione possa essere sottoposta al giudizio della magistratura. Nel rispetto dei principi costituzionali, tutti e nessuno escluso, ci si difende nel processo e mai dal processo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA