Il “Comitato per la legalità nella festa di Sant’Agata” fa un bilancio in chiaroscuro delle celebrazioni appena trascorse. C’è stato un enorme afflusso di persone alla festa che si è svolta in allegria e serenità e senza gravi problemi grazie alle forze dell’ordine che hanno mantenuto la sicurezza e alla grande capacità del maestro del fercolo Claudio Consoli di gestire la rottura del cordone che avrebbe potuto causare una strage. E del resto i 600.000 euro spesi dal Comune – contro i 350.000 del 2019 e i 450.000 del 2020 – sono stati destinati soprattutto a garantire la sicurezza.
«Nella festa, inoltre – come ha evidenziato Renato Camarda – si è respirato un vento nuovo grazie all’arcivescovo Luigi Renna che ha parlato di fede, ma ha anche sottolineato l’importanza della legalità rivolgendosi ai cittadini, e soprattutto alle autorità che hanno l’obbligo di fare rispettare l’ordine. Ai portatori di ceri di decine di chili ha ricordato che questi sono gesti esteriori, che Sant’Agata guarda ai cuori e gradisce anche una piccola candela». Del resto di cerei, quest’anno, ce ne sono stati di gran lunga di meno, anche a causa dell’elevato costo della cera.
Tutto bene dunque? No, tutt’altro. «A latitare è stato il Comune e soprattutto i vigili urbani che non hanno elevato multe agli abusivi, tollerando che si posizionassero in luoghi ad alto rischio, intralciando pericolosamente il percorso del fercolo. In molte strade non sono state rimosse preventivamente le auto in sosta, con grave rallentamento della processione, e nessuno sapeva di dover controllare che i portatori delle candelore dessero una ricevuta per ogni donazione. I vigili urbani non hanno ricevuto alcuna disposizione dal comando che a sua volta non ha avuto direttive dal sindaco che non c’è da tempo».
E del resto la città ha anche dovuto affrontare il cambio di commissario straordinario proprio a ridosso della festa, oltre che le dimissioni della maggior parte dei componenti del Comitato per le celebrazioni agatine.
Segnalazioni confermate dal capo vara Claudio Consoli, che ha citato la presenza di ambulanti davanti alle maniglie, di un venditore di lupini sotto porta Uzeda la mattina del 4 febbraio, di auto parcheggiate lungo la strada a San Cristoforo e persino alla calata della Marina. Ancora in via Pardo non erano stati rimossi i paletti che indicano la zona Ztl ed è stato necessario svellerne due per consentire il transito del fercolo. In via Grotte Bianche, poi, un venditore abusivo impediva la manovra della “vara” in un incrocio pericoloso e difficile. Per non parlare di via Garofalo, abitualmente presidiata e vuota, e quest’anno, invece, piena di persone, motivo che ha contribuito alla rottura del cordone dal momento che i devoti all’interno dei cordoni sono rimasti bloccati senza potersi muovere.
Vigili urbani e dell’annona assenti, dunque, e anche poco credibili, se un esponente del comitato ne ha fotografato uno mentre regala una stecca di sigarette a un portatore di candelora. Candelore che quest’anno hanno avuto dei problemi se alcune si sono ritirate dopo l’arrivo al Fortino e se quelle dei Rinoti e dei Pescivendoli non hanno fatto la salita di Sangiuliano.
Eppure mons. Barbaro Scionti si dice contento perché la festa «è stata vissuta nella gioia e nella fraternità e perché i problemi sono stati affrontati e superati grazie all’attenta preparazione». Ed è stato importante sullo svolgimento delle cerimonie il fatto che l’arcivescovo abbia «annunciato il Vangelo che ci esorta ad essere buoni cristiani e bravi cittadini». Concorda, comunque, che tanto rimane da fare per il futuro, ma bisognerà aspettare che l’arcivescovo faccia le sue riflessioni sulla festa e prenda le sue decisioni insieme al futuro sindaco. «E’ necessario soprattutto continuare ad educare alla festa cristiana e dunque ad un atteggiamento di fede e di rispetto».
Soddisfatta anche la presidente del “Comitato per le celebrazioni agatine” Mariella Gennarino, che sottolinea come sia andato tutto bene nonostante l’enorme affluenza e come si sia registrato un 30% in più di turisti, segno che «Sant’Agata fa bene alla città». Anche lei pensa che sono necessari dei cambiamenti, anche nel regolamento, ma non intende anticipare niente prima dell’arrivo e del confronto con il futuro sindaco. Il Comitato per la legalità nella festa, a sua volta – nel denunciare che non c’è stato alcun tavolo di confronto tra associazioni agatine, vigili urbani, protezione civile e forze dell’ordine – sollecita modifiche al regolamento e chiede che ci sia un costante dialogo tra tutte le parti in campo. E del resto il regolamento della festa prevede l’esistenza di un tavolo di concertazione dove dovrebbero sedere tutti i protagonisti delle celebrazioni. Dal maestro del fercolo l’invito a non cambiare tutti i componenti del Comitato per le celebrazioni agatine – che sono in carica per due anni rinnovabili, se confermati dal sindaco – e questo per dare continuità alla conoscenza dei problemi posti da una manifestazione così lunga e complessa. A suo avviso, inoltre, sarebbe opportuno indicare una scadenza di più lungo periodo per l’incarico di maestro del fercolo a garanzia delle capacità acquisite con l’esperienza. «Negli anni passati un capo vara rimase in carica per 37 anni e un altro per 14».
Insomma, la festa è finita, ma si riparte per la prossima edizione.