Con l’arrivo del fercolo di Sant’Agata davanti alla cattedrale, in piazza Duomo, la lunga processione del percorso del giro interno si è conclusa intorno alle 12.30. Tante le emozioni che hanno segnato queste 20 ore circa di cammino devozionale che sin da subito si è mosso con particolare lentezza, ma senza incidenti e in sicurezza. All’interno dei cordoni incessante è stata la preghiera di tanti gruppi di devoti, guidati dagli “Amici del Rosario”. Solo intorno alle 6.40 del mattino si è potuto assistere allo spettacolo pirotecnico dei fuochi del Borgo, con cui quest’anno si può dire che si è dato il buon giorno alla città. Alcune perplessità si sono registrate verso le 4 del mattino, quando i media hanno dato la notizia del terribile terremoto in Turchia e dalla Protezione civile nazionale era stata diramata l’allerta rossa per il rischio tsunami; allarme che fortunatamente è rientrato, permettendo il sereno proseguimento della festa. Un passo lievemente più veloce è sembrato che la processione avesse nel percorrere via Etnea dal Borgo a piazza Stesicoro, momento di sosta e di preghiera, perché vicino ai luoghi del martirio. Quindi l’attesa per la suggestiva salita di A. di Sangiuliano.
All’incrocio dei “Quattro Canti”, la pausa tecnica più importante per le manovre necessarie affinché i cordoni, e poi il fercolo fossero messi in posizione per intraprendere la salita, che è stata percorsa a passo d’uomo veramente lento. Ma nonostante l’assenza della tradizionale corsa, le immagini della vara trainata con uno sforzo maggiore dei devoti, hanno reso comunque particolarmente intenso e sicuro questo scorcio della festa, che ha preparato gli animi dei devoti dell’affollata via Crociferi all’arrivo di Agata. Sul fercolo per questi particolarissimi e intensi momenti processionali oltre al parroco della Cattedrale Mons. Barbaro Scionti, anche l’arcivescovo S.E. Mons. Luigi Renna, che ha confermato l’impressione che ha dato a Catania fin dal suo arrivo e nel corso di queste celebrazioni, presentandosi come un vero Pastore della Chiesa di Catania, un pellegrino in mezzo ai tanti devoti e fedeli, pellegrini, in questo lungo percorso di devozione e preghiera.
Nella gremita via Crociferi sempre particolarmente sentita è stata la sosta davanti al Monastero di San Benedetto, momento guidato quest’anno dal nuovo cappellano Padre Nino La Manna, che ha voluto far precedere il canto di Agata eseguito in latino dalle monache Benedettine del SS. Sacramento, da un momento di corale e partecipata preghiera di tutto il popolo di Agata raccolto attorno al fercolo che ha recitato in italiano la stessa preghiera di Agata nei suoi ultimi istanti di vita. Da via Garibaldi il rientro, sempre a passo d'uomo, verso la cattedrale dei devoti ormai stremati ma felici per aver vissuto intensamente in tutte le sue fasi il grande abbraccio alla Santa Patrona. All’interno del duomo il sacro busto di S. Agata è stato posto sull’altare maggiore per un ultimo momento di intensa preghiera tra lo sventolio commosso dei fazzoletti bianchi. Poi il saluto per il rientro all’interno del sacello. Il rumore delle mandate delle chiavi nella serratura della “cammeredda” stride con le urla strazianti dei devoti, ma questo di oggi è stato solo un arrivederci tra Agata e i suoi concittadini, che saranno pronti a riabbracciarla il prossimo 12 febbraio, in occasione delle celebrazioni dell’ottava della Festa.