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L'intimidazione

Santa Maria di Licodia, le fiamme e due cani uccisi. L’imprenditore: «Mi hanno rovinato la vita»

Santa Maria di Licodia. La denuncia di un giovane proprietario di una azienda agricola che nel giro di quattro giorni ha subito diverse intimidazioni

Di Mary Sottile |

Un casolare dato alle fiamme, due cani ammazzati con due fucilate, alberi mutilati probabilmente con una motosega, ed ancora ortaggi distrutti con il diserbante ed un tentativo di allagamento di una porzione dell’area agricola. È quanto ha subito da sabato scorso a martedì notte, un agricoltore paternese, Nino Scarcipino, proprietario di un’azienda agricola, in contrada Piano Malati, a Santa Maria di Licodia.«Non so chi possa aver agito, non ho mai ricevuto minacce o richieste particolari – afferma l’agricoltore raggiunto telefonicamente da La Sicilia – non so cosa pensare. Ho presentato denuncia ai carabinieri, c’è un’indagine in corso».Quanto accaduto a Scarcipino, giovane agricoltore che in quel fondo agricolo ha investito tutto se stesso, fa tornare alla mente la terribile vicenda accaduta anni fa ad Emanuele Feltri, nella sua “Sciddicuni”, con gli animali ammazzati da chi, lo voleva fuori da quei territori. La mafia dei pascoli si ipotizzò. La sua battaglia diventò, per tanto tempo, la battaglia di tanti cittadini, anche non agricoltori, che ai soprusi, alle minacce e alle ritorsioni, non volevano piegarsi.Nino Scarcipino da anni ha il fondo agricolo in quell’area. Prima ha cominciato a coltivare il terreno lasciatogli dal padre, poi, ne ha comprato uno attiguo per far crescere la sua azienda. Questa zona era totalmente abbandonata, utilizzata anche per pascolo abusivo. Qualche mese fa lui ha ripulito tutto e ha cominciato a mettere nuove piante.Possibile che a qualcuno tutto questo abbia dato fastidio? I carabinieri della Compagnia di Paternò e della Stazione di Santa Maria di Licodia che stanno indagando non escludono alcuna ipotesi.Chi ha agito ha cominciato con le fiamme al casolare, distrutto dal fuoco lo scorso sabato sera e nel contempo ha agito in un casolare attiguo, sempre di proprietà dell’agricoltore, dove sono stati uccisi due cani, un pastore tedesco, specializzato nella pet therapy, un pezzo fondamentale della loro vita perché era la guida e il punto di sostegno del figlio autistico. Sempre quella sera sono state trovate diverse cartucce, oltre 15 colpi di fucile esplosi, in più punti del fondo agricolo. Le azioni non si sono fermate, la mano intimidatrice che si muove nell’ombra ha agito ancora sempre nella notte di domenica, lunedì e martedì, con altri colpi di fucile esplosi, oltre a far fuggire alcune capre, tentare di allagare uno dei campi, dopo che una saia è stata volontariamente ostruita e rotta, con l’obiettivo di deviare l’acqua e farla finire tutta all’interno dell’area coltivata.L’ultima azione scoperta ieri mattina ha interessato il campo seminato ad ortaggi. Qualcuno ha spruzzato del diserbante con l’obiettivo di distruggere tutto il raccolto.L’agricoltore ha subito fatto denuncia ai carabinieri che da quattro giorni indagano per capire chi c’è dietro questa vile storia.«Mi hanno rovinato la vita – dice ancora scoraggiato – oltre ai problemi miei, devo affrontare anche questa situazione. Ho sempre fatto ogni cosa nel pieno rispetto della legge, ma tutto questo è disarmante perché non so contro chi sto combattendo. Volevo realizzare una fattoria sociale, stanno distruggendo tutti i nostri sogni. Mi sento anche solo. Qui in zona da quando si sono verificate le prime intimidazioni non mi saluta più nessuno».

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